Migranti: Asgi, “sembra una delle più gravi violazioni in materia di asilo mai avvenute. Accertare subito le responsabilità”

In attesa di conoscere tutti gli aspetti della vicenda che ha visto coinvolta la nave italiana “Asso 28” che dopo aver salvato da un gommone 108 migranti li ha riportati in Libia da dove fuggivano, l’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) evidenzia con “assoluto sconcerto” come, quanto accaduto, “sembra delineare una delle più gravi violazioni del diritto internazionale ed europeo in materia di asilo mai avvenute”. Se infatti fosse confermato che la nave “Asso 28” aveva chiesto il coordinamento dei soccorsi all’Mrrc (Maritime rescue coordination center) di Roma e quest’ultimo avesse declinato la propria responsabilità alla guardia costiera libica, “si configurerebbe un fatto gravissimo di cui le istituzioni italiane debbono essere chiamate a rispondere sussistendo pienamente la giurisdizione italiana sui fatti accaduti”. In quel caso sarebbe “a tutti gli effetti un respingimento collettivo di migranti vietato dall’art. 4 del quarto Protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea per i diritti umani (Cedu); ai migranti è stato impedito l’accesso alla protezione internazionale e sono stati condotti direttamente verso un territorio nel quale sono sottoposti a torture e trattamenti disumani e degradanti in violazione dell’art. 3 della Cedu e dell’art. 33 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati”. Asgi ricorda che il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc), contattato dalla nave “Asso 28” aveva “l’obbligo di coordinare i soccorsi, adottando tutte le misure necessarie affinché le persone soccorse possano sbarcare nel più breve tempo possibile in un luogo sicuro”, ovvero “una località dove la sicurezza e la vita dei sopravvissuti non sia più minacciata, i bisogni primari (come cibo, alloggio e cure mediche) possano essere soddisfatti, e possa essere organizzato il trasporto dei sopravvissuti verso una destinazione successiva o finale”. “In nessun caso – ribadiscono i giuristi – alcun porto libico poteva essere considerato porto sicuro alla luce delle normative internazionali non sussistendo in quel Paese nessuno dei requisiti sopra indicati”. Asgi chiede a tutte le istituzioni italiane, al Parlamento europeo e alla Commissione europea di “fare piena chiarezza sul ruolo avuto dall’Mrrc di Roma e di assumere iniziative adeguate alla gravità di quanto accaduto affinché sia fatta piena luce su questa vicenda e siano assunte le iniziative necessarie, anche in sede giudiziaria, affinché episodi analoghi non si ripetano”. Asgi chiede anche all’Unhcr “di agire in tutte le sedi a tutela del diritto d’asilo con la fermezza e il rigore che il momento richiede”.

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