In Cina la produzione di arance rosse “siciliane” ha ormai raggiunto un valore di circa 24 milioni di euro. L’indicazione arriva dal Corriere Ortofrutticolo che ha fatto il punto sul comparto agrumicolo cinese, nato dallo sviluppo, circa dieci anni fa, delle prime piante da embrioni di piante della cultivar Tarocco di Sicilia.
Quello delle arance cinesi pare essere un settore ormai è ampiamente sviluppato ma che, per ora, non sembra dover preoccupare i produttori italiani per una serie di ragioni tecniche. Anche se in futuro la situazione potrebbe cambiare notevolmente.
La produzione agrumicola cinese derivata dalle arance siciliane è collocata a Wanzhou, alla periferia di Chongqing, nella Cina centrale, ed è frutto delle ricerche del Citrus Research Institute of Chinese Academy of Agricultural Science iniziate come si è detto dagli embrioni dell’arancia Tarocco di Sicilia. Negli ultimi anni – spiega il Corriere Ortofrutticolo –, il distretto di Wanzhou, è arrivato a coltivare un’enorme superficie di arance rosse, dove prima venivano piantati i cereali tradizionali. Dopo oltre dieci anni, i terreni coltivati ad arancia rossa coprirebbero adesso 8mila ettari. Oltre al cambio di produzione – dai cereali alle arance –, i pianificatori della regione hanno anche accresciuto così il grado di copertura arborea dell’area e quindi la protezione ambientale.
Le condizioni per costruire i frutteti, ha però spiegato Chen Yan, direttore dell’Ufficio per lo sviluppo dell’industria della frutta della contea di Yunyang, “sono relativamente imperfette”. La qualità del prodotto quindi non è per adesso paragonabile a quella delle arance siciliane. “In futuro – ha detto sempre Chen Yan –, occorrerà quindi intensificare la costruzione delle infrastrutture per i frutteti”. È comunque certo che prima o poi le arance rosse Tarocco siciliane avranno da affrontare un concorrente diretto sui mercati mondiali.