“La spesa sanitaria pubblica pro capite (in media 1.838 euro) mostra un andamento temporale positivo a partire dal 2015, dopo la riduzione subita negli anni precedenti. Per il triennio 2017-2019 si prevede che si confermi un aumento annuo della spesa sanitaria pubblica dell’1,3% (Def 2017)”. È quanto emerge dalla “Relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle PA centrali e locali a imprese e cittadini” relativa all’anno 2017 che il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) presenta questa mattina alla Camera dei deputati. “I valori assoluti previsti vanno – prosegue la Relazione – da 114,138 miliardi di euro per il 2017 a 115,068 nel 2018, a 116 nel 2019 e 118,570 nel 2020. L’incidenza percentuale sul Pil, attualmente pari al 6,8%, è però prevista scendere ulteriormente al 6,5% nel 2018 ed al 6,4% nel 2019, un livello sotto la media europea e giudicato da molti analisti ed esperti decisamente critico ed inadeguato”. Per quanto riguarda la spesa sanitaria privata “out of pocket”, il Cnel rileva che “continua ad aumentare, ed ha superato nel 2015 i 34 miliardi di euro di valore complessivo nazionale”. “Particolarmente degno di attenzione – si sottolinea nella Relazione – è il fatto che in Italia tale spesa privata risulta totalmente a carico dei cittadini, in virtù del fatto che il livello di intermediazione (da parte di fondi sanitari, mutue ed assicurazioni) è nel nostro Paese molto basso e distante dai livelli europei e mondiali”.
Tra i temi a cui si fa riferimento nel documento presentato anche “la copertura vaccinale italiana”, l’aumento dei “soggetti che hanno necessità di aiuto psichiatrico o psicologico”, la “doppia espansione di morbilità”. “È ormai evidente – si legge nella Relazione – che non potrà esservi sostenibilità del sistema della salute senza la valorizzazione del ruolo del terzo settore, che tanta parte ha nella individuazione di particolari categorie di bisogno e nel sostegno alle famiglie per l’integrazione socio-sanitaria”.