Conflitti

Afghanistan: Save the Children, “nel 2018 numero record di vittime civili, 1.700 vittime tra cui 363 bambini”

Quasi 1.700 civili, tra cui 363 bambini, sono stati uccisi nel conflitto in Afghanistan nella prima metà del 2018, il numero più alto mai raggiunto negli ultimi 10 anni. Secondo i nuovi dati diffusi ieri dall’Unama (la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan), i civili feriti tra gennaio e giugno sono stati 3.430, tra cui 992 bambini. Inoltre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono cresciuti in modo preoccupante gli attacchi armati alle scuole, compresi i 12 attacchi compiuti nella provincia di Nangarhar solo nell’ultimo mese. Quasi il 50% delle vittime civili sono imputabili all’utilizzo di esplosivi rudimentali negli attacchi da parte dei gruppi anti-governativi, mentre gli scontri terrestri sono la seconda causa, seguiti da uccisioni deliberate, operazioni aeree e ordigni inesplosi. “É molto preoccupante assistere a un numero così elevato di vittime civili in Afghanistan, dove negli ultimi anni la situazione della sicurezza è peggiorata continuamente”, ha dichiarato Onno van Manen, direttore per l’Afghanistan di Save the Children. “Sta diventando sempre più pericoloso per gli afghani condurre una vita normale e lo è anche per i bambini rispetto alla scuola. Più di 3,5 milioni di bambini sono infatti già esclusi dall’educazione e il conflitto non può che peggiorare questa situazione”. Save the Children condanna gli attacchi sui civili e fa appello alle parti in conflitto “perché i bambini possano essere protetti”. L’organizzazione è presente in Afghanistan dal 1976, con programmi umanitari e di sviluppo per la salute, l’educazione e la protezione dei bambini.