“Non ci potrà mai essere nel campo sanitario né in altri campi un vero sguardo in prospettiva futura, lontano, se non crediamo nelle potenzialità che ognuno di noi ha”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, intervenendo alla Festa di Avvenire, nella giornata dedicata alla sanità. Il presule ha denunciato come “il nostro Sud” sia “penalizzato dalla criminalità”, che “impedisce il desiderio di ricerca, di confronto, di relazione e spesso causa un’emorragia”. Per questo motivo, “le nostre eccellenze vanno altrove, dove si affermano”. Invece, “è importante valorizzare le cose che abbiamo e crederci fermamente”. Quindi la richiesta di un diritto: “Come italiani dobbiamo poterci curare al Nord come al Sud. Abbiamo il diritto di chiedere che nella nostra terra possano essere potenziati i centri affinché la ricerca possa continuare e dare, in comunione con le eccellenze del Nord, i frutti di cui tutti possiamo godere”.