Bruxelles
(Bruxelles) “L’Europa è all’avanguardia nelle industrie culturali e creative, dove bellezza, design, stile si fondono con tecnologia e saper fare industriale, nella continua ricerca dell’eccellenza”. Si questo punto Tajani si è a lungo soffermato nel suo discorso alla conferenza brussellese sul patrimonio culturale europeo. “Questi settori sono tra i più dinamici, aprono opportunità di crescita e creano nuovi lavori qualificati per i giovani. Si stima, per ogni posto di lavoro diretto, il settore culturale ne generi 27 indiretti, molti di più dell’industria dell’auto, per fare un esempio. 7,8 milioni di persone nell’Unione europea lavorano nell’industria culturale e creativa”. Infatti il dibattito sviluppatosi nell’emiciclo del Parlamento europeo si è soffermato anche sulle sfide “per tutelare e promuovere i processi creativi nell’era digitale”. “Senza un’azione decisa per preservare la nostra creatività – ha detto il presidente dell’Eurocamera – a soffrirne sarà tutta l’economia del continente”. “Dobbiamo sostenere i nostri ragazzi che sognano di diventare scrittori, registi, musicisti, disegnatori, cuochi, in un mondo dominato da giganti della tecnologia. Va garantita un’ampia offerta culturale, evitando l’omologazione. Il Parlamento europeo è in prima linea in queste sfide”. La creatività “necessita d’investimenti e dedizione e si spegne senza una giusta remunerazione. Non possiamo più tollerare che la creatività europea sia sfruttata per arricchire i giganti del web”.
Tajani ha specificato: “Troppo spesso le piattaforme diffondono in rete musica, film o testi giornalisti e letterari senza compensi; oppure consentono contraffazioni di proprietà intellettuale su moda o design. L’Unione deve garantire il buon funzionamento del mercato digitale assicurando un’effettiva protezione dei diritti d’autore”. Il patrimonio culturale “è un elemento chiave per l’economia e l’attrattività delle regioni e delle città europee. L’innovazione è la via per incentivare questo potenziale. Pensiamo ai musei digitalizzati o a viaggi nel tempo con realtà aumentata nei nostri siti archeologici, al turismo industriale o ai viaggi alla scoperta della cultura enogastronomica locale”. Infine: “Il patrimonio culturale rappresenta non solo le nostre radici ma soprattutto il nostro futuro. Un sentimento comune europeo non si crea soltanto attraverso economia e sicurezza. L’anno del Patrimonio culturale europeo è un’occasione che non possiamo perdere per riscoprire la straordinaria diversità culturale su cui si fonda la nostra avventura europea”.