Tavolo ecclesiale dipendenze

Giovani e droghe: Calabrese (Fict), “dalla cura alla prevenzione. Relazioni e accompagnamento del processo di crescita”

Nelle comunità di recupero “il baricentro si è spostato dalla cura alla prevenzione, attraverso una forma di socializzazione basata su evidenze scientifiche che dimostrano come gli interventi più efficaci si devono focalizzare non solo sul consumo di sostanze ma anzitutto sulle relazioni”, spiega Maria Calabrese (Fict), intervenuta al convegno “Giovani al centro. Esperienze di una comunità che cresce tra fragilità e risorse”, promossa oggi a Roma dal Tavolo ecclesiale dipendenze. Nelle 22 realtà aderenti alla Fict sono 1056 gli operatori coinvolti, 227 i volontari. Offerta di relazione contro sensazioni, lavoro su desideri e non su piacere immediato, costruzione di aspettative contro la noia, generazione di cambiamento anziché gratificazione, accompagnamento di processi di crescita contro ricerca di esperienze a tutti i costi: Calabrese sintetizza così il metodo di lavoro della Federazione. Di fronte al vuoto legislativo seguito al DPR 309/90, “occorre trovare nuovi confini, presidiare le fragilità perché il fattore di rischio oggi attraversa ogni categoria sociale, creare nuove alleanze e reti territoriali”, conclude l’esperta.