Giornata internazionale

Droga: card. Turkson, “piaga” da “condannare fermamente perché alimentata da uomini senza scrupoli”. Tossicodipendente non è “oggetto o meccanismo rotto”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Il dramma lacerante della droga è un male che minaccia la dignità e la libertà di agire di ogni persona”: una “piaga” che “va condannata fermamente perché alimentata da uomini senza scrupoli, che, cedendo alla tentazione di facili guadagni, seminano morte stroncando speranze e distruggendo tante famiglie”. A lanciare il grido d’allarme è il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel messaggio inviato in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe. “Circa 250 milioni di persone nel mondo hanno fatto uso di droghe e di questi 29,5 milioni soffrono di disturbi provocati dal loro consumo”, il dato relativo al 2015: in particolare, “tra i 12 milioni di persone che usano droghe iniettabili, più della metà (6,1 milioni) sono affetti da epatite C, mentre 1,3 milioni vivono sia con l’Epatite C che con il virus hiv/aids”. “Sono numerosi i danni causati dall’uso e abuso di stupefacenti non solo per la salute ma anche per lo sviluppo, per la pace e la sicurezza, in tutte le regioni del mondo”, osserva Turkson, secondo il quale “la droga è una ferita inferta alla nostra società, che intrappola molte persone in una spirale di sofferenza e alienazione”. “Molti sono i fattori che spingono verso la dipendenza dalla droga”, scrive Turlson citando “l’esclusione sociale, l’assenza della famiglia, la pressione sociale, la propaganda dei trafficanti, il desiderio di vivere nuove esperienze”. Di qui l’importanza di “promuovere una cultura della solidarietà e della sussidiarietà volta al bene comune; una cultura che si opponga agli egoismi e alle logiche utilitariste ed economiche, ma che si propende verso l’altro, in ascolto, in un cammino di incontro e di relazione con il nostro prossimo, soprattutto quando è più vulnerabile e fragile come lo è chi fa abuso di droghe”. Come sottolinea il Papa, “ogni tossicodipendente porta con sé una storia personale diversa, che deve essere ascoltata, compresa, amata, e per quanto possibile, guarita e purificata. Non possiamo cadere nell’ingiustizia di catalogare il tossicodipendente come se fosse un oggetto o un meccanismo rotto; ogni persona deve essere valorizzata e apprezzata nella sua dignità per poter essere guarita”.