Lettera pastorale

Diocesi: mons. Tisi (Trento), “una Chiesa capace di gratuità può essere artefice credibile di corresponsabilità”

“Il bene comune pur richiedendo condizioni politiche ed economiche favorevoli, non si realizza se pensato come un obiettivo estrinseco. Si attua, infatti, solo nel momento in cui matura una consapevolezza: se il bene è di tutti è anche mio; se è solo mio, in verità non è di nessuno. Il bene non condiviso non è bene nemmeno per me”. Lo scrive l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nella lettera pastorale dal titolo “Il dodicesimo cammello”, in distribuzione da oggi, martedì 26 giugno, ai fedeli presenti in cattedrale per il pontificale di San Vigilio. “Solo una Chiesa capace di puntare all’essenza della gratuità può essere artefice credibile di una chiamata alla corresponsabilità, in vista del bene comune”, sottolinea il presule riferendosi “non solo a chi ricopre ruoli di responsabilità istituzionale”.” Tutti avvertiamo l’improcrastinabile necessità di donne e uomini che, ad ogni livello, abbiano il coraggio di scelte disinteressate. Anche in tal caso, non per uno slancio etico”. L’attenzione è rivolta a quanto “sappiamo gioire della gioia degli altri, festeggiare una gratifica, un premio che non sia nostro”. “Perché, diciamoci la verità, meritocrazia è una bella parola ma il merito, se è degli altri, un po’ ci infastidisce – sostiene mons. Tisi -. E di fronte a una persona di successo la prima tentazione è cercare la cosa che non va, lo sbaglio mai confessato, il passato di cui vergognarsi”. L’arcivescovo invita a guardare una realtà: “Spesso siamo così presi da noi stessi che finiamo per non vedere il bello degli altri, che dimentichiamo una verità persino banale: se condiviso senza prosopopea e arroganza, lo star bene è contagioso, crea comunità, blocca piagnistei e permalosità, fa vivere anche le sconfitte con leggerezza, senza inutili drammi”. “L’amore gratuito di Dio per noi fa nascere relazioni che vivono di gratuità, di gioia per il bene degli altri, senza cedere all’invidia”.