Media

Chiese in Europa: Roma, al via l’incontro direttori agenzie di stampa cattoliche e portavoce delle Conferenze episcopali su “Comunicare Cristo in un mondo polarizzato”

Un intenso scambio questa mattina tra i direttori delle agenzie di stampa cattoliche europee, sulle sfide della comunicazione religiosa oggi nei rispettivi Paesi, sullo sforzo di mediazione tra l’attività delle rispettive Chiese e la recezione nella opinione pubblica, sui diversi modi di organizzare il lavoro e sugli strumenti di comunicazione che sono stati privilegiati. Ad ospitare l’incontro quest’anno è la Conferenza episcopale italiana. Sono presenti i direttori o i delegati delle agenzie Sir (per l’Italia); Ika (Croazia, http://www.ika.hr);  Kai (Polonia, http://kair.ekai.pl); Ktabkbih (Bosnia-Erzegovina, http://www.ktabkbih.net); Kathpress (Austria, https://www.kathpress.at). Nel panorama emergono anche i portali di informazione delle Conferenze episcopali della Svizzera (kath.ch – cath.ch e catt.ch), del Belgio (catho.bel), della Bielorussia (catholic.by) e dell’Albania. La sessione dedicata alle agenzie di stampa europee precede l’incontro dei portavoce delle Conferenze episcopali europee sul tema “Comunicare Cristo in un mondo polarizzato” che sarà aperto questo pomeriggio, sempre nella sede della Cei, dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, che promuove le due iniziative. “Ci incontriamo – ha detto questa mattina il direttore del Sir, Vincenzo Corrado – in un momento propizio, considerata la grande trasformazione sociale e politica in Europa. Una trasformazione che inevitabilmente investe anche l’informazione. Come agenzie cattoliche ci confrontiamo con una evoluzione che non è semplicemente tecnica, ma comunicativa. Ci chiediamo come proseguire il nostro lavoro in un momento in cui le piattaforme digitali stanno mettendo in discussione la nostra specificità”. La prospettiva? “Essere agenzie cattoliche, con una forte appartenenza e una grande responsabilità a essere credibili. In un tempo di profonda confusione socio-politica, abbiamo tanto da dare con il nostro stile di racconto e informazione”.