Recupero
Una guida contro i giochi d’azzardo, fenomeno che riguarda più del 30% degli adolescenti. A metterla a punto è stato l’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente per dare suggerimenti su come riconoscere e gestire il problema e indicare i percorsi terapeutici da seguire in caso di vera e propria dipendenza. E per ricevere l’aiuto degli specialisti di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede, è attivo un indirizzo e-mail: iogioco@opbg.net. La guida è stata presentata oggi nel corso della conferenza promossa da Caritas Roma e Bambino Gesù sul fenomeno del gioco d’azzardo tra gli adolescenti. “Il gioco d’azzardo si trasforma in pericolosa dipendenza quando chi gioca perde la capacità di controllare volontariamente i propri comportamenti; non riesce più a stabilire e rispettare un limite di tempo e denaro da impiegare e ha come unico scopo della giornata la ricerca compulsiva dell’attività che genera piacere”, si legge nel testo. Una forma di dipendenza che “non riguarda solo gli adulti e il rischio di diventarne vittima si corre sia all’esterno che all’interno delle mura domestiche, a causa dell’utilizzo – anche tra i più piccoli – di app o siti internet che consentono un facile accesso al gioco”. Nella guida sono indicati gli elementi ricorrenti di questa dipendenza: il desiderio improvviso e incontrollabile di giocare; l’astinenza; l’assuefazione. “Caratteristica specifica dei giocatori patologici, il gambling, ovvero la tendenza a sovrastimare la propria abilità di calcolo delle probabilità e a sottostimare l’esborso economico che porterà ad una vincita”. La guida mette a fuoco anche le cause della dipendenza da gioco d’azzardo che – spiegano gli specialisti del Bambino Gesù – “deriva da una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali che varia da persona a persona”. “Dal punto di vista biologico, nei giocatori d’azzardo i circuiti cerebrali che guidano il comportamento subiscono una sorta di ‘inganno’, iniziando a rispondere come se l’azione del gioco fosse necessaria alla sopravvivenza”.