68ª Settimana Cop

Sinodo giovani: don Sala (segretario speciale), “nell’Instrumentum laboris l’idea di una pastorale giovanile vocazionale”

(da Assisi) Il cammino sinodale ha fatto maturare l’esigenza di una “pastorale giovanile vocazionale”. Un’“espressione, relativamente nuova” che “da una parte desidera allargare l’idea della ‘pastorale vocazionale’, che rischia di essere elitaria ed escludente” e “dall’altra ha il compito di qualificare la ‘pastorale giovanile’, che corre il pericolo di essere generica e superficiale”. Lo ha affermato oggi pomeriggio don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo sui giovani, intervenendo ad Assisi alla 68ª Settimana di aggiornamento pastorale promossa dal Centro di Orientamento pastorale. Presentando l’Instrumentum laboris reso pubblico una settimana fa, don Sala ha rilevato come tutto il cammino sinodale vuole attuare “uno stile specifico di pensare l’impegno della Chiesa per e con i giovani: non si tratta semplicemente di far camminare i giovani, ma di camminare con loro”. Sei le “sfide antropologiche e culturali” individuate nel Documento: “il corpo, l’affettività e la sessualità”, “i nuovi paradigmi conoscitivi e la ricerca della verità” in un tempo che – ha osservato – “ha bisogno di discernimento”, “gli effetti antropologici del mondo digitale”, “la delusione istituzionale e le nuove forme di partecipazione giovanile”, “la paralisi decisionale” e “la nostalgia spirituale delle giovani generazioni”, per far fronte alla quale serve “una svolta qualitativa nelle nostre proposte di fede” per proporre “una ‘offerta’ spirituale di qualità”. “Questi sei aspetti – ha notato don Sala – sono delle vere e proprie condizioni epocali di esercizio della nostra missione ecclesiale”: “Non riconoscere tutto ciò significa pensare e agire al di là della concretezza della vita e della storia”.
Un’altra sfida è legata al “ripensamento della questione vocazionale nel suo insieme”, considerato che “abbiamo perso la cultura vocazionale”. “Una delle grandi debolezze della nostra pastorale oggi – ha rilevato il segretario speciale – risiede nel pensare la ‘vocazione’ secondo una visione riduttiva e ristretta, che riguarderebbe solo le vocazioni al ministero e alla vita consacrata”. C’è la necessità, pertanto, di una “pastorale giovanile vocazionale”, un aspetto per il quale “c’è un lavoro enorme da fare, perché una visione distorta è molto radicata nell’immaginario ecclesiale e civile”.