68ª Settimana Cop

Sinodo giovani: don Sala (segretario speciale), “mai così tanta abbondanza e libertà di parola ai soggetti” interessati

(Foto: Centro di orientamento pastorale)

(da Assisi) “Mai un Sinodo aveva con così tanta abbondanza e libertà lasciato la parola ai soggetti di cui si sta parlando! Anche questo è da considerarsi un ‘segno dei tempi’ da non sottovalutare, che afferma un modo inedito e interessante di partecipare alla vita della Chiesa”. Lo ha sottolineato oggi pomeriggio don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo sui giovani, intervenendo ad Assisi alla 68ª Settimana di aggiornamento pastorale promossa dal Centro di Orientamento pastorale. Don Sala ha presentato genesi e contenuti dell’Instrumentum laboris, il documento che sarà alla base dei lavori del Sinodo del prossimo ottobre. Il segretario speciale ha osservato come si tratti di un “momento di convergenza dell’ascolto di tutti” oltreché di “quadro di riferimento aggiornato e realistico” a proposito “della condizione giovanile, della Chiesa in rapporto al suo compito educativo verso le giovani generazioni e della ‘pastorale giovanile vocazionale’ oggi”. Si è cercato, ha aggiunto don Sala, di rendere l’Instrumentum laboris “un testo il più possibile sinfonico e rappresentativo di tutte le istanze emerse”. Sarà anche un’“agenda e piano dei lavori sinodali” e per questo è uno “strumento interlocutorio di lavoro” che “sarà per così dire ‘superato’ sia dal Documento finale del Sinodo, che sarà approvato al termine del mese di ottobre, ma poi soprattutto dall’Esortazione apostolica post-Sinodale del Santo Padre, che rilancerà i tre anni di cammino sul tema e che effettivamente sarà una vera e propria ‘mappa di navigazione’ per tutta la Chiesa”.
Nell’Instrumentum laboris – ha rilevato – “la voce dei giovani è la più presente”, loro sono “molto presenti e protagonisti in questo Documento”. “Non si parla semplicemente dei giovani – ha proseguito -, ma si lascia loro la parola”. “Nessuno – ha evidenziato – ha messo loro il silenziatore, ma la loro voce è ascoltata senza filtri e la loro parola è stata presa in molte occasioni alla lettera, anche quando si è fatta sentire in modo tagliente. Sempre però rispettosa e mai offensiva”. I giovani, ha spiegato don Sala, “ci chiedono di essere ‘Chiesa autentica’, ‘più relazionale’, ‘impegnata per la giustizia’”. Inoltre, chiedono “alla Chiesa di tener duro sulla tolleranza zero di fronte agli abusi sessuali ed economici” e di “ascoltare la loro richiesta di una liturgia viva e di omelie capaci di intercettare la loro vita”. E vorrebbero una “Chiesa come casa spirituale, che sia luogo di unificazione ed elemento catalizzatore rispetto alla frammentazione e alla confusione”.
Accanto alla voce dei giovani, quella di tante Conferenze episcopali di tutte le parti del mondo dalle quali “è emersa la fatica delle Chiese ad ascoltare e a confrontarsi con linguaggi e mondi non sempre ben conosciuti, come quello digitale, e con dinamiche globali che mettono in discussione le culture locali con i loro valori”.