Vita

Papa Francesco: a Pav, “bioetica globale” contro “complicità con lavoro sporco della morte sostenuto dal peccato”

“La vita umana fragile e malata, la vita ferita, offesa, avvilita, emarginata, scartata. È sempre vita umana”, esordisce Papa Francesco ricevendo questa mattina in udienza i partecipanti alla XXIV assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), sul tema “Equal beginnings. But then? A global responsibility”, che ha luogo in Vaticano, nell’Aula Nuova del Sinodo, da oggi al 27 giugno. Il Pontefice contrappone “il lavoro ‘bello’ della vita” (nascita, educazione, amore) al lavoro “sporco” della morte di “quando consegniamo i bambini alla privazione, i poveri alla fame, i perseguitati alla guerra, i vecchi all’abbandono”. Solo una “visione globale della bioetica”, ammonisce, potrà impegnarsi “con più serietà e rigore a disinnescare la complicità” con questo “lavoro sporco della morte, sostenuto dal peccato”. Una “bioetica globale” che “non si muoverà a partire dalla malattia e dalla morte per decidere il senso della vita e definire il valore della persona. Muoverà piuttosto dalla profonda convinzione dell’irrevocabile dignità della persona umana, così come Dio la ama, dignità di ogni persona, in ogni fase e condizione della sua esistenza, nella ricerca delle forme dell’amore e della cura che devono essere rivolte alla sua vulnerabilità e alla sua fragilità”.  In questo orizzonte, conclude Francesco, questa “bioetica globale” sarà “una specifica modalità per sviluppare la prospettiva dell’ecologia integrale che è propria dell’Enciclica Laudato si’”.