Democrazia
Un invito alla partecipazione, ma anche all’unità e alla riconciliazione. È quello che arriva dalla Conferenza episcopale messicana (Cem) che, a una settimana esatta dalle elezioni presidenziali, ha emesso ieri un’articolata nota sull’appuntamento elettorale, firmata dall’intera presidenza Cem, a cominciare dal presidente, il cardinale José Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara. I vescovi messicani lamentano il fatto che l’attuale processo elettorale “ha generato polarizzazione e asprezza non solo tra i candidati ma anche tra alcuni dei loro militanti, che in molte occasioni sembra abbiano privilegiato la passione più della ragione, più la squalifica che l’argomentazione, più il desiderio di distruggere l’avversario che la costruzione di ponti per un Messico riconciliato”. È necessario comprendere, allora, che “le proposte di governo presentate dai candidati devono essere accompagnate da una maggiore volontà di raggiungere consenso e punti d’accordo che non solo conferiscano vitalità politica alle idee, ma contribuiscano anche alla riconciliazione sociale”.
Parole che cadono in un contesto drammatico di violenza, come dimostrato anche nell’attuale campagna elettorale: “C’è un grande dolore per le morti violente di molti cittadini negli ultimi anni e, in particolare, di molti candidati in questo processo elettorale. Siamo coscienti che non ci sono lacrime sterili e che tutte sono una preghiera silenziosa per la giustizia e la pace che il nostro popolo oggi tanto reclama”. “Noi vescovi – prosegue la nota – desideriamo rivolgere un particolare appello a tutti i candidati, ai tutti i militanti dei vari partiti e a tutti i cittadini: uniti possiamo fare della prossima giornata elettorale un esercizio esemplare di civiltà, evitando parole e gesti di ostilità, delegittimazione o violenza”. La Presidenza della Cem, infatti, esprime la convinzione che la pace si costruisca “passo dopo passo, giorno dopo giorno. Tutti dobbiamo diventare seminatori di pace. Mai come ora il Messico ha bisogno di vivere in un clima di pace” per costruire il suo futuro e chi sarà eletto non potrà non tenere conto che è imprescindibile un “lavoro di ricostruzione del tessuto sociale, che è ferito per gravi e diversi motivi”. Nel comunicato si afferma che partecipare al voto è “un obbligo morale” e che l’astensionismo non aiuta a costruire una solida democrazia. L’invito è quello di esprimere la propria scelta “in coscienza”, nell’auspicio che le elezioni si svolgano ovunque in maniera “conforme alla legge, con onestà e trasparenza”, senza indebite pressioni.