Integrazione

Diocesi: mons. Nosiglia (Torino), “avviare un progetto per i rom, rispettoso della loro cultura”

“Siamo chiamati al coraggio della solidarietà”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della messa di san Giovanni Battista, patrono della città, che ha celebrato ieri in cattedrale. Ricordando il percorso dell’Agorà del Sociale, compiuto in città, il presule ha sottolineato l’impegno “per la costruzione di un welfare con caratteristiche sempre più generative”. “La lunga crisi, da una parte ha messo a dura prova la resistenza delle persone, soprattutto quelle già fragili, colpite dalle sue svariate conseguenze; ma, dall’altra parte, ha fatto emergere con chiarezza la necessità e l’urgenza di puntare con coraggio e lungimiranza sulla valorizzazione delle risorse di persone, gruppi e territori”. Secondo l’arcivescovo, “è su questa linea che siamo chiamati a lavorare insieme, pubblico e privato, istituzioni e chiese o comunità religiose, associazioni e singoli cittadini”. Tanto da definirlo “un obiettivo ambizioso e lungo da raggiungere, che si scontra anche con l’inevitabile emergenza di cui la città negli ultimi mesi ha fatto più di un’esperienza”. In ballo c’è, a suo avviso, “il riconoscimento della dignità delle persone e dei loro diritti di giustizia, che vanno salvaguardati ad ogni costo, non solo per ragioni di tornaconto sociale o politico, ma perché riconoscono che ognuno, anche chi sembra solo bisognoso di ricevere, è considerato cittadino come gli altri a tutti gli effetti”. Dopo aver tracciato un bilancio positivo dell’accoglienza della città verso migranti, mons. Nosiglia ha auspicato che “anche verso i rom si avvii un organico progetto, rispettoso della loro cultura e del loro inserimento nel tessuto cittadino con il loro apporto responsabile”.