Patrono

Diocesi: card. Betori (Firenze), “la città perde identità, manca tessuto forte fatto di famiglie”

“Occorrono risposte ferme al diffondersi della violenza, rimuovendone i focolai e ostacolando le culture che la giustificano, scardinando la logica del sopruso dal cuore della gente”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, durante l’omelia della messa che ha celebrato ieri in cattedrale nella festa di san Giovanni Battista, patrono della città. Il porporato ha sottolineato il bisogno di chiedere un “impegno per il controllo delle devianze in questa città e l’approntamento di ogni ragionevole intervento per proteggere la serena convivenza nei luoghi dell’incontro e della socialità, a cominciare dalle nostre piazze e dai nostri quartieri”. Il cardinale ha poi considerato “il rispetto della legalità”, che “va chiesto a tutti”, una “condizione irrinunciabile di piena cittadinanza”. Riferendosi a un recente episodio, ha poi ribadito che “non si può accettare che su una delle chiese più care al cuore dei fiorentini e al rispetto di quanti ne amano l’arte e la cultura si possano impunemente affiggere striscioni che insultano la fede e la civiltà di un popolo”. Il pensiero dell’arcivescovo è, dunque, rivolto alla “perdita di identità della nostra città”, che “sembra strettamente connessa a non considerare sufficientemente l’esigenza di creare un tessuto sociale forte, fatto di famiglie e di una rete di risposta ai bisogni primari delle persone, lasciando invece spazio a una logica di profitto e di rendita, che intercetta sì il flusso turistico ma svilisce l’immagine stessa di Firenze”. Problemi che, secondo il card. Betori, “non hanno soltanto risvolti economici, ma prima ancora valoriali e identitari”. Al termine della celebrazione eucaristica l’arcivescovo ha assicurato alle autorità “la collaborazione della Chiesa nell’esercizio delle loro responsabilità”, con l’auspicio che “attraverso la loro opera cresca la coesione sociale, il bene comune e, in particolare, la cura dei più deboli”. Infine, sono stati ricordati gli anniversari dell’ordinazione di alcuni sacerdoti fiorentini.