Conferenza stampa

Assemblea Pav: Pegoraro (cancelliere), “costruire ponti”. Azab (medico), “giovani ricercatori chiedono accompagnamento e sostegno”

Un workshop aperto a tutti, dedicato al confronto e discussione su “una riflessione bioetica attenta ai processi di globalizzazione e a tutti i fattori che incidono sulla vita e salute delle persone” perché come ricorda Papa Francesco nella Laudato si’ “è tutto ‘interconnesso’ ed è importante vedere i problemi legati al rispetto e promozione della vita umana, in tutte le sue fasi, in questa prospettiva”. In sala stampa vaticana mons. Renzo Pegoraro, cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, presenta il workshop “Equal beginnings. But then? A global responsibility” in programma all’interno della XXIV assemblea generale Pav che si è aperta oggi e ha visto l’udienza con Papa Francesco. Per Pegoraro “si tratta di favorire il dialogo tra scienza e tecnologia, discipline umanistiche, dimensioni ambientali, economiche, sociali”, di “costruire ponti” per “garantire il futuro dell’uomo del pianeta”. Tra le altre cose verranno presentati il contributo dell’Oms con video messaggio del direttore generale; quindi un approfondimento della Dichiarazione universale Unesco su bioetica e i diritti umani; quindi il percorso del Magistero pontificio dalla Evengelium vitae alla Laudato si’. Domani mattina, spiega, focus su maternità e infanzia: gravidanza e test prenatali, salute neonatale e ineguaglianze economiche, migrazione per “evidenziare le sfide etiche per la salute materna ed infantile, per una piena giustizia e solidarietà”: una chiamata  ad una “responsabilità globale” che impegna tutti.
La dottoressa Sandra Azab, specialista in International Health, Saint Joseph Institute, Egitto, fa parte dei 30 studiosi under 35 che compongono il Young Researcher Members group lanciato nel 2017 come parte della nuova riforma dell’Accademia. Nell’aprile 2018, racconta, “il gruppo ha iniziato a lavorare alla bozza di un messaggio che verrà consegnato ai padri sinodali”. Nel testo i giovani ricercatori “chiedono alla Chiesa “accompagnamento spirituale e sostegno nella loro attività professionale”.