Dal crollo del reddito al gioco d’azzardo. Non provocano un passaggio “deterministico” alla condizione di usura, ma sono due dei fattori di “indebitamento patologico” che espongono in modo prossimo le famiglie al rischio di precipitare in quel baratro. Nella sua relazione al convegno della Consulta nazionale antiusura, il sociologo Maurizio Fiasco li ha sintetizzati così:
a) richiesta di un prestito di sussistenza (in alternativa a un reddito che manca alla famiglia) per caduta del flusso di reddito primario, con conseguente emergenza dei bisogni del minimo vitale e dello stato di povertà;
b) richiesta, al di fuori del circuito delle istituzioni bancarie, di un credito d’impianto alla microimpresa famigliare (commercio, pubblici esercizi e, in misura ridotta, artigianato) oppure l’ottenimento di anticipazioni monetarie e/o di fornitura di merci, mezzi di produzione;
c) richiesta di un prestito per circostanze eccezionali di bisogno, anche in conseguenza della dissoluzione di reti familiari di solidarietà;
d) richiesta di un prestito per categorie in condizioni di marginalità e di sfruttamento totale, come quelle che coinvolgono cittadini immigrati clandestinamente, compresi quelli indotti alla prostituzione per la restituzione delle somme pattuite con l’organizzazione che ha provveduto all’ingresso;
e) richiesta di un prestito per consumi superflui di beni e di servizi, che coinvolgono tanto singoli che interi nuclei familiari;
f) richiesta di un prestito collegato al gioco d’azzardo, sempre più provocato e reso cronico patologicamente dalla diffusione capillare di sale da gioco e centri di raccolta di scommesse.