
“Si possono curare anche i bambini inguaribili, condividendo questa scelta con i genitori”. Lo dice Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”, che interverrà a Pavia lunedì 4 giugno a un convegno dal titolo “Curare non significa solo guarire”, in un’intervista rilasciata al settimanale diocesano “Il Ticino”. “Noi seguiamo un modello nel quale viene dato un grande valore alla ricerca scientifica – sottolinea Enoc-, perché prima di tutto un bambino vorrebbe essere guarito. Però sappiamo benissimo che non tutti i bambini possono essere guariti; ma tutti possono essere curati. Per questa ragione per noi sono importanti anche le relazioni tra medico e famiglia e anche con altre figure che aiutano i familiari, soprattutto quando si ha a che fare con bimbi inguaribili ma che, lo ripeto, sono sempre curabili”. Un riferimento a Charlie Gard e poi Alfie Evans, i due bambini inglesi affetti da gravi malattie e poi deceduti, che l’ospedale si era offerto di curare, dopo che i giudici del Regno Unito avevano dichiarato “inutile” continuare le terapie per mantenerli in vita. “L’impegno è anche quello di sostenere i genitori in situazioni che non erano preventivabili. Il nostro è un modello di coinvolgimento di tutto l’ospedale. Vogliamo essere una comunità”. Infine, riferendosi alla “Carta dei Diritti del bambino inguaribile”, stilata dall’ospedale, Enoc afferma che “essendoci occupati molto dei casi di Charlie Gard e di Alfie Evans” era necessaria una “riflessione concreta”, “convocando giuristi ed esperti di bioetica e presentando ai Paesi aderenti alla Ue questa ‘Carta’”, una “rivisitazione della Carta dei Diritti del bambino in ospedale”. “Dobbiamo fare in modo – conclude – che si discuta della possibilità di curare bambini inguaribili, in modo da evitare che si ripetano casi come quelli che abbiamo recentemente vissuto in Inghilterra”.