Italia-Europa: Cerniglia (Un. Cattolica), integrazione politica ed economica vadano di pari passo

“Se l’integrazione economica è sfalsata rispetto all’integrazione politica, la moneta unica non può esercitare al meglio tutti i vantaggi che aveva promesso, e che certamente ci potrebbero essere, per i cittadini europei. È auspicabile, anzi necessario lavorare quindi sul fronte dell’integrazione politica altrimenti saremo perennemente esposti all’eventualità delle crisi con vincitori e vinti e le inevitabili conseguenze sociali e di instabilità dei sistemi, anche all’interno degli Stati nazionali, di cui in questo momento siamo tutti preoccupati”. Floriana Cerniglia, docente di Economia politica all’Università Cattolica di Milano e direttore del Centro di ricerche in analisi economica e sviluppo economico internazionale, intervistata dal Sir analizza il momento economico e politico e si sofferma in particolare sulla questione della moneta unica e sul perché all’Italia “conviene” farne parte. Più oltre aggiunge: “L’uscita dall’euro avrebbe conseguenze pesantissime per il nostro Paese e per i cittadini. Se da una parte l’uscita dall’euro consentirebbe di tornare ad una moneta (la lira) che potremmo svalutare per favorire le nostre esportazioni – ed è questo uno dei vantaggi rivendicati da quelli che vogliono uscire – il prezzo complessivo di un’eventuale operazione di questo tipo sarebbe elevatissimo”.
Il Presidente Mattarella sembra confermare la collocazione dell’Italia nel cuore dell’Europa comunitaria. A suo avviso sta svolgendo il proprio ruolo entro il quadro costituzionale, e guardando all’economia del Paese, oppure no? “Quel che mi pare assodato – risponde la docente – è che l’Italia abbia, nei confronti dell’Ue, acconsentito a cessioni di sovranità, come dice l’art. 11 della Costituzione, sicché legittimamente e doverosamente il Presidente vigila sulla collocazione europeistica del nostro Paese”.

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