Patrimonio librario
“Coniugare la professione con la carità intellettuale, categoria agostiniana ripersa dall’insegnamento di molti pontefici, costituisce l’anima del ministero dei bibliotecari ecclesiastici. Custodi di una memoria che non è solo di cultura cristiana ma di cultura tout –court, dalla teologia alla letteratura, dalla medicina alla filosofia”. Lo ha detto mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e già presidente dell’Abei (Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani), nel saluto al convegno “Professionalità e carità intellettuale: quarant’anni di Abei (1978 – 2018)” che l’associazione promuove oggi e domani a Roma nel 40° della sua nascita. “In questi 40 anni l’Abei si è aperta al mondo tout-court”, aggiunge sottolineando l’importanza della collaborazione con la Cei e con il Mibact. “Un ministero importante nella Chiesa, quello del bibliotecario – conclude -, nel quale è centrale il ruolo dei laici”. Per Paola Passarelli (Mibact), il bibliotecario possiede “alti livelli di professionalità”, è “un vero specialista in grado di usare strumenti e tecnologie d’avanguardia”. Lo sviluppo dell’economia di mercato e l’evoluzione della stampa e dell’ambiente digitale, spiega, “hanno fatto emergere il valore economico dell’informazione per la crescita umana e sociale. I mercati richiedono agli operatori del settore competenze sempre più avanzate. Lo stesso ruolo del bibliotecario come garante di accesso all’informazione richiede una formazione ad hoc” mentre “la sua funzione pubblica è la premessa per il suo riconoscimento professionale e sociale”. “Professionalità, competenza, vocazione” il trinomio che deve ispirare la professione.