Società
“A fronte di una continua crescita della popolazione anziana in tutto il mondo (809.743.000 su 7 miliardi di abitanti), dovuta all’allungamento della vita e ai progressi della medicina, le nostre società non sembrano capaci di vivere in modo positivo la presenza di tanti anziani, tanto che si è troppo diffusa una cultura che non accetta o non sa trattare la debolezza”. È quanto rileva oggi la Comunità di Sant’Egidio in occasione della Giornata contro gli abusi sugli anziani, promossa dall’Organizzazione mondiale della salute. Per contrastare una “mentalità” attraverso la quale “si radicano gli abusi di cui spesso si legge nelle cronache: truffe, mancanza di assistenza e cure adeguate, maltrattamenti, che arrivano fino all’eliminazione fisica, come avviene in Africa contro gli anziani accusati ingiustamente di stregoneria”, la Comunità di Sant’Egidio lancia un appello per “ sviluppare la rete delle relazioni sociali, oggi fortemente frammentate in società dove vivere da soli sta diventando un modello dominante” e “promuovere nuovi modelli di intervento, come il programma ‘Viva gli anziani!’, che fa della lotta all’isolamento sociale e del sostegno alla fragilità il cuore della propria azione”. Inoltre viene chiesto di “tutelare i diritti degli anziani, in particolare la libertà di come e dove vivere la propria vita” visto che “in molti Paesi del mondo, soprattutto in quelli più ricchi, l’istituzionalizzazione diventa spesso una scelta obbligata, per la carenza di servizi sul territorio e a domicilio”. Per Sant’Egidio, “occorre trasformare gli istituti in strutture aperte il più possibile al mondo esterno, favorendo le visite senza eccessive limitazioni (ad esempio negli orari) e permettendo agli anziani ospiti di uscire a loro piacimento, nel rispetto della sicurezza personale”. Infine è necessario “sviluppare forme di cohousing, una risposta umana e praticabile all’istituzionalizzazione”.