Politica

Senato: l’informativa del ministro Salvini sulla vicenda della nave Aquarius. Il dibattito in aula

“Il regolamento di Dublino oggi evidentemente va superato. Hanno provato a imporci una norma che avrebbe ulteriormente aggravato la situazione in Italia, con una permanenza fino a dieci anni di ulteriori migranti, senza alcuna possibilità di essere accolti in altri Paesi. Abbiamo concordato un no costruttivo e penso che con il collega tedesco e con il collega austriaco – visto che dal 1° luglio la competenza e la presidenza europea sarà dei colleghi austriaci – proporremo noi una nostra iniziativa, sul fronte interno e sul fronte esterno”. Lo ha affermato questa mattina il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nel corso dell’informativa sulla vicenda della nave Aquarius, la nave con a bordo 629 migranti per la quale sono stati chiusi i porti italiani. “In questo momento – ha riferito Salvini – la nave Aquarius, con due navi della Marina e della Guardia costiera, sta navigando serenamente verso le acque di un Paese che si è detto disponibile ad accogliere”. Dopo essere tornato sulla polemica di ieri con la Francia, il ministro ha confutato la tesi secondo cui “l’Italia è isolata”. “Penso che non siamo mai stati così centrali e così ascoltati come in queste ore”, ha rilevato, aggiungendo che “non possiamo essere gli unici a fare quello che meritoriamente facciamo nel Mediterraneo, sopportandone costi economici e costi sociali”. “Se l’Europa c’è, batta un colpo adesso o taccia per sempre. Noi gliene abbiamo dato l’occasione e l’opportunità”, ha affermato Salvini. Il ministro ha anche riferito che, rispetto ai richiedente asilo, “stiamo verificando i costi e i tempi” di permanenza nel nostro Paese. “Non si vede perché dobbiamo spendere 35 euro per garantire servizi che in altri Paesi comportano una spesa molto minore”. Salvini ha poi osservato che “non è possibile che siano associazioni private finanziate da chissà chi a imporre tempi e modi dell’immigrazione”, riferendosi a chi finanzia le Ong.
Nel dibattito che ha seguito l’informativa Pierferdinando Casini (Aut) ha osservato che nella vicenda dei migranti “siamo stati lasciati soli”, e ha invitato: “Smettiamola di fare la campagna elettorale, tutti insieme, sulla pelle di questi disgraziati, perché questo non porterà nessun vantaggio all’Italia”. Per Loredana De Petris (LeU), al primo posto nella scala dei valori “viene sempre il principio dell’umanità che si sostanzia nel rispetto della vita, delle persone e della dignità umana”. E ha definito “gravissimo” l’“aver ingaggiato un braccio di ferro sulla pelle di 629 persone, utilizzandoli quasi come scudi umani, inclusi molti bambini, donne e persone anche in difficoltà”: “Chiedere che l’Europa inverta la rotta, modifichi le regole sbagliate, riveda il Trattato di Dublino è giusto e doveroso, ma non si può fare usando persone inermi e innocenti come ostaggi e scudi umani. Questo non possiamo che definirlo a dir poco cinico”. Secondo Ignazio Larussa (FdI), “riteniamo che la soluzione che peraltro è di minore rischio per chi drammaticamente viene raccolto da quelle navi, sia fare entrare le nave nei porti in futuro, e però, con un quadro normativo adeguato che, secondo me, già c’è e sequestrare le navi di Soros. E magari denunciare per tratta di uomini, donne e bambini coloro che si prestano a trasportarli, magari in accordo con gli scafisti”. Roberta Pinotti (Pd) ha rivendicato i risultati ottenuti con l’azione dell’ex ministro Minniti e ha affermato che “lasciare più di 600 persone sul ponte di una nave in mare, inclusi donne incinte, bimbi piccoli, minori e persone ustionate solo per fare propaganda è inumano”. Rivolgendosi a Salvini, ha aggiunto che “il muro da lei eretto non ha fermato gli sbarchi (ne è prova ciò che sta avvenendo stamattina a Catania), ma ha isolato l’Italia”. E poi l’affondo: “Lei non ha esitato a prendere in ostaggio più di 600 persone inermi e disperate, per farsi sentire al tavolo europeo”. Tony Chike Iwobi (Lega) ha ricordato i 15mila morti in mare negli ultimi 4 anni e ha affermato che “l’unico modo per non far morire in mare queste persone è non farle partire attraverso quei tunnel della morte”. “Vogliamo sollecitare Avramopoulos a dire che il problema è europeo e non italiano”, ha sottolineato Maurizio Gasparri (Fi), secondo cui sul fronte migratorio “c’è molto da fare e l’emergenza c’è, perché spendere 5 miliardi in Italia per avere i risultati di San Ferdinando e Foggia vuol dire che c’è un’emergenza con soldi sprecati e con affarismi dilaganti”. A chiudere il dibattito Daniele Pesco (M5S), per il quale “la situazione è critica, ma è stata gestita bene”. “Siamo riusciti a sollevare la questione politica a livello internazionale ed è giusto che lo si continui a fare”, ha proseguito, aggiungendo che “siamo un Paese sotto attacco, da parte dello spread e dei flussi migratori”.