Società
Resta di grande tensione la situazione in Nicaragua. Il presidente Daniel Ortega non ha ancora dato una risposta all’episcopato, che aveva insistito per riprendere il Dialogo nazionale ad alcune condizioni nell’incontro diretto avuto giovedì scorso. Resta tuttavia aperta la possibilità di anticipare le elezioni presidenziali al 2019. Nel frattempo aumenta la repressione delle forze speciali, sia nella capitale Managua che in molte città del Paese. Il numero ufficioso delle vittime è salito a 146. In particolare, lunedì a Managua si è assistito a un vero e proprio attacco, in molte zone della città e in altre località, da parte di forze speciali e bande paramilitari. In un comunicato, diffuso ieri (ora locale), l’arcidiocesi di Managua riferisce che l’arcivescovo, card. Leopoldo Brenes, presidente della Conferenza episcopale nicaraguense, “condanna e ripudia gli attacchi in diversi punti del Paese. Stamattina sono stato informato dai sacerdoti di Jonotepe che fin dalle tre del mattino la città è stata attaccata da forze antisommossa e gruppi paramilitari. L’arcivescovo condanna ugualmente la decisione dell’ospedale pubblico di non accogliere i feriti”. Il card. Brenes rinnova inoltre l’appello a “cercare la pace in un ambiente pacifico e senza violenza”. L’Arcidiocesi ha segnalato anche via twitter la sparizione di un’operatrice pastorale attiva nelle comunicazioni sociali a livello diocesano, Angélica Baltodano Osorio.
https://twitter.com/arquimanagua/status/1006613229332762629
Per la giornata di domani è stato convocato uno sciopero nazionale, che la Chiesa del Nicaragua invita a vivere attraverso la protesta pacifica e in spirito di preghiera e solidarietà.