Omelia

Festa di sant’Antonio: mons. Cipolla (Padova), “chiamati a uno stile comunicativo che dia spazio alla misericordia”

Per far crescere nella comunità la cultura della “pubblica misericordia” è importante anche curare i meccanismi comunicativi. Lo ha ricordato il vescovo di Padova, mons. Cipolla, in occasione della festa di sant’Antonio, patrono della città, che si celebra quest’oggi. “Il mondo della comunicazione oggi ha una caratteristica particolare: è fatto anche da noi. Ciascuno può far sentire la propria voce, che magari si perde nel mare della comunicazione digitale: ma è pur sempre una possibilità”. “Quelle che si odono sono tutte voci di carità? Sono annunci di verità? Sono parole di giustizia e di misericordia? – ha chiesto mons. Cipolla -. Questo interrogativo riguarda ciascuno di noi, ogni volta che siamo davanti a un social e digitiamo e inseriamo qualcosa, ogni volta che facciamo un video, che registriamo un audio: infatti sembra che qualcuno abbia trovato lì il luogo dove esprimersi talvolta in modo indecente e permettendosi una violenza verbale devastante. Se vogliamo dar spazio alla misericordia e al perdono, siamo chiamati tutti a una conversione nell’uso della voce che ci è data e della parola che possiamo pronunciare”. Mons. Cipolla ha ricordato che il nostro modo di comunicare non deve rendere “eterna e universale” la pena per chi ha sbagliato, ma deve lasciar spazio oltre che alla denuncia del male compiuto alla collettività, anche alla “chiara comunicazione dell’avvenuta riparazione, fino al racconto dei percorsi di riconciliazione, favorendo così la possibilità che ci sia riabilitazione anche pubblica per chi questi cammini li ha fatti seriamente, pagando il debito e reintegrandosi nella comunità”.