Conferenza episcopale

Austria: Mariazell, conclusioni assemblea vescovi. “Cristiani sono amici della vita”. Schönborn interviene su chiusura moschee

Durante l’assemblea plenaria della Conferenza episcopale austriaca (Öbk) i vescovi hanno ribadito che “da Cristo viene il dovere cristiano di proteggere e promuovere la vita. Pertanto i cristiani sono gli amici del nato così come della vita nascente, sono amici della vita così come amici di chi vive nella disabilità, e, infine, sono amici di chi termina la vita temporale ed inizia quella eterna”. Per l’Öbk “una cultura umana della vita è misurata dal modo in cui una società riesce a proteggere le vite delle persone più vulnerabili, dal momento del concepimento alla fase terminale prima della sua fine naturale”. Per questo i vescovi sono grati a tutte le iniziative ecclesiali e sociali che offrono aiuto e consigli alle donne incinte, alle madri e ai loro congiunti nel loro “sì alla vita”. Una profonda preoccupazione è stata espressa durante i lavori per la drammatica situazione della Siria: “Bastano 7 anni di guerra!” hanno scritto i vescovi nel documento finale ricordando che “la sofferenza delle persone colpite è insopportabile e grida al cielo”. Più di 500mila persone sono state uccise finora, con 12 milioni di sfollati, in parti uguali all’estero e all’interno della Siria. I rimanenti cristiani in Siria, stimati tra 300 e 500mila soffrono ma, hanno ricordato i vescovi, “le chiese sono importanti per la Siria perché formano reti di aiuto per i bisognosi nella società civile. In molte parrocchie e comunità religiose vengono fatte grandi cose per rifugiati e poveri”.
Nel comunicato finale è evidenziata l’importanza delle antiche comunità cristiane nel tessuto sociale distrutto dai 7 anni di guerra in Siria: “In quanto minoranza, i cristiani svolgono anche un ruolo di mediazione in un Paese prevalentemente musulmano. Attraverso le diverse denominazioni, che risalgono ai primi secoli del cristianesimo, esiste una comprovata pratica di vivere insieme nella diversità. Oggi, a margine dei lavori, alla luce della recente chiusura di alcune moschee di Vienna e l’espulsione degli imam dall’Austria, il cardinale Christoph Schönborn, in un’intervista con Orf e Kathpress, ha ribadito l’importanza dello stato di diritto: la libertà di religione è un bene che in Austria è molto protetta, e deve essere rispettata – ha detto il porporato – da tutte le parti. Allo stesso tempo ha dichiarato che “le religioni devono rispettare la costituzione e le leggi del Paese”. Il cardinale, presidente della Öbk, ha sottolineato che tutti debbono sottoporsi al giudizio della legge, con la trasparenza necessaria che permetta di rafforzare la fiducia nello Stato di diritto, perché “senza uno strumento giuridico non è possibile un’azione positiva e rispettosa”.