Società

Maternità in Italia: Save the Children, “notevoli differenze tra Nord e Sud, dove sono carenti servizi e sostegno”

Ci sono “notevoli differenze tra regioni del Nord, sempre più virtuose a parte poche eccezioni, e quelle del Sud, troppo spesso carenti di servizi e di sostegno alla maternità”. È quanto emerge dai dati diffusi oggi da Save the Children. In linea di massima, però, “la ricerca sottolinea un peggioramento generale dell’Italia per quanto riguarda l’accoglienza dei nuovi nati e il sostegno alle loro mamme. Negli anni, la classifica delle regioni non subisce delle variazioni sostanziali, con le Province autonome di Bolzano e Trento rispettivamente al primo e secondo posto seguite da Valle D’Aosta (3° posto), Emilia-Romagna (4°), Friuli-Venezia Giulia (5°) e Piemonte (6°). In realtà, “Bolzano e Trento non solo conservano negli anni il primato, ma registrano miglioramenti. Emblematico, al contrario, il caso dell’Emilia-Romagna che passa da una prima posizione nel 2008 ad una quarta nel 2018”. Tra le regioni del Mezzogiorno “fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione ‘mother friendly’ e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°)”.
“L’indice sulla condizione delle madri che presentiamo grazie alla collaborazione con Istat non deve essere solo uno strumento di analisi, ma la base di un effettivo impegno da parte delle istituzioni ad ogni livello. È inammissibile che in un Paese come il nostro, dove il numero di nuovi nati è in costante diminuzione, si riservi così poca attenzione, al di là della retorica, alla maternità e che le mamme debbano affrontare in solitudine continui ostacoli legati alla cura dei figli così come alla conciliazione della vita familiare e professionale – dice Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -. Sappiamo che i primi ‘mille giorni’ dei bambini sono fondamentali per la crescita, eppure proprio in questo periodo così decisivo manca l’assunzione di responsabilità pubblica. Occorre scardinare questo circolo vizioso”.