Lavoro e dignità umana

Ilva: mons. Santoro (Taranto), “non lasciamo soli gli operai e le loro famiglie”

“Solidali con la categoria che più di ogni altra in questo momento soffre per gli attacchi incrociati di chi ne mette a repentaglio i posti di lavoro”. Nel discorso con cui l’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro, ha aperto, ieri sera, ufficialmente i festeggiamenti per San Cataldo, patrono della città, non è mancato un chiaro riferimento alla vicenda Ilva. “Sono molto preoccupato per le notizie che mi giungono in merito agli eventuali esuberi all’Ilva e alla riduzione delle tutele dei posti di lavoro. Alla città dico: non lasciamo soli gli operai, le loro famiglie, che più di ogni altro hanno subìto i danni della ricerca del profitto che non considera la persona umana e l’ambiente. Io sarò al loro fianco fino a che all’ultimo di essi non sarà garantita la continuità del lavoro degno che è il lavoro che garantisce la piena realizzazione e il rispetto dell’essere umano, che però esige anche la responsabilità di un lavoro ben fatto, senza scappatoie e con serietà”. L’arcivescovo, rivolgendosi al sindaco, a cui ogni 8 maggio simbolicamente viene consegnata la statua di san Cataldo conservata nella cattedrale omonima, ha inoltre ricordato: “Dobbiamo ritornare ad avere tutti e singolarmente cura della città, ognuno per le proprie competenze, a ricercar bellezza e a promuoverla. San Cataldo e il mare è il tema scelto per questa edizione dei festeggiamenti. Il mare consola il nostro sguardo, è stato e deve tornare ad essere l’elemento naturale per i tarantini. La bonifica del Mar Piccolo, la ripresa dell’economia piscatoria, le attività turistiche: a questo devono essere indirizzati tutti gli sforzi. Tutti insieme, solidali con chi ha e avrà bisogno di aiuto, diversamente non ce la faremo. E tutti insieme vuol dire che la ricerca della bellezza dovrà mettere in moto percorsi virtuosi che producano occupazione per i nostri ragazzi e le nostre ragazze: senza di loro non andremmo lontano”.