Indagine

Giovani e lavoro: ricerca Iref-Acli. Rossini (presidente Acli) rilancia le “cinque proposte” per il “riscatto del lavoro”

Implementare un piano di azione per il sistema della formazione professionalizzante; rafforzare il piano formativo legato al programma nazionale Garanzia Giovani; prevedere nuove tutele a favore dei lavoratori delle piattaforme – come Foodora – che coinvolgono soprattutto i giovani evitando che siano occasione di sfruttamento; istituire un social bonus dedicato al lavoro giovanile (modifica a favore del Terzo Settore promosso da giovani o rivolto ai giovani, che preveda trattamenti fiscali agevolati per esempio per le start-up); riconoscere il valore sociale della maternità e del lavoro di cura, attraverso un rafforzamento dello stipendio netto in caso di figli. Sono le “cinque idee” per il “riscatto del lavoro” ribadite oggi pomeriggio da Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, nelle sue conclusioni del seminario in cui, presso il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università Roma Tre, è stato presentato il saggio “Il ri(s)catto del presente. Giovani e lavoro nell’Italia della crisi” (Rubbettino). Le cinque proposte chiudono il volume che raccoglie i dati dell’inchiesta quantitativa che l’Istituto di ricerche educative e formative (Iref) delle Acli ha svolto coinvolgendo in 12 mesi di lavoro 2.500 under30 italiani alle prese con il mondo del lavoro. Rossini ha sottolineato l’importanza di capire “come conformare e plasmare i desideri dei giovani rispetto alla realtà che ci si pone davanti”. E se “tutto è veramente in cambiamento”, il presidente delle Acli ha rilevato la necessità che “le ricerche sociali abbiano una qualche ricaduta legislativa”. “Le cinque proposte – ha proseguito – derivano dalla ricerca. Non abbiamo un piano per risolvere tutti i problemi e non credo che ci sia qualcuno in grado di farlo”. E, rivolgendosi indirettamente alla classe politica, Rossini ha evidenziato che “senza lo studio e la conoscenza non si cambia la società”.