Convegno Cei

Beni culturali ecclesiastici: Guido (Mibact), “in Musst#2 coinvolgimento soggetti locali, partenariato pubblico-privato, iniziative dal basso”

foto SIR/Marco Calvarese

“La riforma del Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo (Mibact), avviata con il Dpcm 29 agosto 2014, n. 171 e con i successivi decreti ministeriali attuativi, ha aperto la strada a innovative e strutturate forme di condivisione tra soggetti pubblici e privati delle modalità di valorizzazione e di gestione di musei, monumenti ed aree archeologiche”, afferma Manuel Roberto Guido (Direzione generale musei – Mibact), al convegno sui beni culturali in corso a Roma per iniziativa del competente Ufficio nazionale Cei. “La nuova identità assegnata ai musei (oltre 5mila i musei censiti dal Mibact, oltre 4.7oo non statali, oltre 500 statali) colloca queste istituzioni al centro delle strategie territoriali di valorizzazione e del connesso processo di sviluppo sociale ed economico, poiché inquadra la fruizione pubblica dei beni culturali entro l’orizzonte della gestione integrata del patrimonio a livello locale con il coinvolgimento dei diversi portatori di interesse”. Con il Dm 113 del 21 febbraio 2018 “è stato definito ed avviato il processo di costruzione del Sistema museale nazionale, articolato a livello regionale e locale” e “finalizzato alla messa in rete dei musei italiani ed alla integrazione dei servizi e della attività museali”. Per renderlo operativo, avverte, “non si possono trascurare le specificità dei nostri musei e luoghi della cultura che costituiscono la rappresentazione di un contesto culturale e territoriale e/o urbano”, realtà “che hanno caratterizzato nei secoli il grande mosaico delle identità locali” che compongono l’Italia e trovano un comune denominatore anche nella presenza di un ricco patrimonio culturale ecclesiale”. Guido illustra il progetto specifico “Musst#2 – Musei e sviluppo di sistemi territoriali”, che valorizza “la partecipazione attiva dei soggetti locali alla redazione e attuazione di un piano strategico sviluppato intorno al patrimonio materiale e immateriale” diffuso in territori “dove già sono presenti forme di partenariato pubblico-privato e iniziative di promozione scaturite dal basso”.