Convegno Cei

Beni culturali ecclesiastici: Canu (psicologo del lavoro), “progettazione è strumento prezioso e può rafforzare legami di comunità”

foto SIR/Marco Calvarese

“La progettazione, anche in campo culturale, non è un artificio burocratico, ma uno strumento prezioso per chiarire (e chiarirsi) l’intenzione di una programmazione definendo cosa, come, perché e per chi si vuole avviare una determinata attività”. Ne è convinto Roberto Canu, psicologo del lavoro e delle organizzazioni, e gestore di progetti culturali integrati, intervenuto al convegno “Progettazione – Valorizzazione – Terzo settore. La valorizzazione degli istituti culturali e del patrimonio ecclesiale, volontariato e Terzo settore, potenzialità e prospettive”, promosso oggi a Roma dall’Ufficio nazionale per i beni ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei. Dal momento che non esistono soluzioni “chiavi in mano” o “formule magiche”, afferma Canu, “il desiderio e la visione che normalmente sono l’innesco di un progetto culturale devono essere fin da subito confrontati con l’analisi della situazione di partenza dell’istituto, museo, archivio o biblioteca, nel quale si vuole intervenire, delle cose che funzionano e di quelle che possono essere migliorate”.
Per l’esperto, “dalla conoscenza iniziale trae forza la strategia del progetto, che avrà nella definizione degli obiettivi e nell’identificazione dei destinatari i pilastri centrali per selezionare le tipologie di azioni e di realizzazioni più utili e adeguate alla situazione specifica. La descrizione dei risultati attesi e degli indicatori con i quali rilevarne l’effettivo raggiungimento chiudono le fasi della progettazione culturale”. In questo orizzonte, conclude, la progettazione culturale “può diventare un investimento in grado di generare valore, permettendo di realizzare azioni consapevoli, di intercettare risorse aggiuntive e di rafforzare i legami di comunità, dal momento che può essere condivisa con tutti i soggetti coinvolti e portatori d’interessi”. Un progetto, conclude, deve essere “smart: specifico, misurabile, achievable (realizzabile), rilevante, ‘tempificato’”. Infine, l’invito alla valutazione dei risultati attraverso uno strumento “contenente indicatori qualitativi e quantitativi per verificare le realizzazioni e i risultati che il progetto si prefigge” dalla quale “far ripartire il ciclo di progettazione”.