Sovvenire: ricerca Eumetra, “cresce l’apprezzamento per la Chiesa in uscita”

(Venezia) Un ritratto in presa diretta di come cambiano le parrocchie, a disposizione degli incaricati diocesani per il sovvenire impegnati nella promozione sul territorio. È quello indicato da Remo Lucchi, presidente dell’Advisory Board di Eumetra MR e Rosanna Savoldelli, direttore di ricerca ed esperta di religious studies Eumetra al convegno nazionale del Sovvenire, a Mestre (Venezia) da oggi al 9 maggio. I risultati di analisi quantitative e qualitative (su un campione di 1.000 interviste a cattolici, oltre a 10 colloqui individuali approfonditi con sacerdoti e 24 con praticanti e non), realizzate per conto del Servizio Promozione Cei, mostrano che “le parrocchie vivono una profonda trasformazione, anche se attribuiamo ancora loro un’immagine vetusta – ha spiega Lucchi -. Invece intercettano le emergenza dell’impoverimento legato al crollo occupazionale, la crisi dei legami affidabili, la mancanza di valori di orientamento”.

La Chiesa contribuisce a rispondere all’emergenza impoverimento nel 49% dei casi, più di ogni altra istituzione in Italia. Il campione interpellato indica che i praticanti sono il nucleo che firma regolarmente ogni anno, ma tra di essi 1 su 4 firma saltuariamente, non tutti gli anni, senza riconfermare in modo automatico la scelta. Inoltre è sostenuta da un 14% dei non praticanti. “Dalle chiese aperte anche di sera alla pastorale di strada – ha spiegato Savoldelli – oggi le parrocchie non sono mere dispensatrici di servizi. Riescono infatti realmente a coinvolgere le persone, costruendo una comunità vera, dove le nuove generazioni trovano formazione di qualità e gli adulti partecipano”.

Tuttavia, secondo la ricerca Eumetra gli italiani percepiscono una Chiesa che cambia più a livello di assistenza che di dialogo con la modernità: il 63% ritiene compia una grande opera sociale per i giovani e gli ultimi, il 53% apprezza l’accoglienza dei sacerdoti estesa anche ai “lontani” e uno su due ritiene che vivano sobriamente, oltre a riscontrare uno sforzo serio da parte della Chiesa nel riparare agli scandali che l’hanno colpita (59%). Dunque la “Chiesa in uscita” è una realtà riconosciuta. Ma la partecipazione all’8xmille sarebbe ancora maggiore con un salto di qualità nella comunicazione: il 65% del campione non considera totalmente trasparenti le destinazioni dell’8xmille, però ritiene giusto nel 40% dei casi che la firma contribuisca anche al sostentamento del clero.

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