Perù: 800mila persone alla Marcia per la Vita. Messaggio del Papa, “maggior impegno nella promozione e tutela della vita”

Si è tenuta sabato scorso a Lima, con un’ampia partecipazione popolare (secondo gli organizzatori 800mila persone), la Marcia per la vita, promossa dall’arcidiocesi peruviana e da comunità evangeliche. Nel Manifesto letto alla fine della manifestazione, si legge tra l’altro: “Il Perù è un Paese libero e sovrano, dove la maggior parte della popolazione vuole vivere in pace, rispettando il primo diritto di tutti, il diritto inalienabile alla vita. Bisogna rispettare la vita di tutti i peruviani, iniziando dai più indifesi. La maggioranza del Perù difende la vita del concepito. Ogni vita ha valore”. E ancora: “Lo Stato esiste per servire il popolo e non per servirsi del popolo. Da alcuni anni ideologie perverse cercano di avvelenare il Perù e di colonizzarlo ideologicamente. Non lo permetteremo”.
Ai partecipanti, attraverso un messaggio firmato dal segretario di Stato, card. Pietro Parolin, e giunto al nunzio in Perù, mons. Nicola Girasoli, è arrivato il saluto di papa Francesco: “Il Santo Padre – si legge – saluta con affetto gli organizzatori e i partecipanti ed esorta che la gioia che nasce dall’incontro con Cristo risorto, Signore della vicenda di ciascun essere umano e fonte della vera gioia, si trasformi in una forza missionaria che aiuti a suscitare nel cuore di tutti un maggior impegno nella promozione e nella tutela della vita umana, soprattutto dei fratelli indifesi e scartati dalla società”. La vita è infatti “il valore primario e il diritto primordiale di ogni persona”.
In occasione della Marcia il presidente della Conferenza episcopale peruviana (Cep), mons. Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo, ha emesso un comunicato nel quale afferma che “il primo diritto di una persona è il diritto alla vita, si tratta di un diritto fondamentale, alla base di qualunque altro. Perciò, non è possibile che la vita dipenda da una decisione umana”. Mons. Cabrejos prosegue: “Dobbiamo stare attenti e denunciare ogni politica pubblica che non tenga conto del concepito, poiché la vita inizia con il concepimento e la nostra Costituzione la protegge e la favorisce senza discriminazioni e differenze di condizioni sociali”. Infatti, riflette il presidente della Cep, “è contraddittorio e incoerente che, mentre la società peruviana lotta contro la criminalità, il sicariato, i sequestri, i femminicidi e cerca di porre fine alle uccisioni, esistano ancora movimenti e organizzazioni con forti risorse economiche che attentino alla vita del concepito, cioè un essere totalmente innocente e indifeso”.

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