“Intensificare gli sforzi per realizzare un sistema di accoglienza completo, efficace e omogeneo sul territorio nazionale”. È l’invito che l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, ha inviato al presidente del Consiglio, ai ministeri coinvolti, ai presidenti delle Regioni, al vicepresidente del Csm e alla Conferenza Stato Regioni, attraverso una nota sullo stato di attuazione della legge sui minori stranieri non accompagnati (Mnsa) a un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 6 maggio 2017. “L’obiettivo – afferma la garante – è tutelare e dare piena attuazione ai diritti e al superiore interesse del ‘minore’, così come previsto dalla normativa internazionale e nazionale”. In Italia al 31 marzo risultano presenti 13.838 migranti sotto i 18 anni privi di adulti di riferimento (a febbraio erano 14.338). Sono invece oltre 4000 gli aspiranti tutori volontari. I nominativi di circa mille tutori sono già stati trasmessi ai tribunali per i minorenni, che sono ora tenuti a designarli. “Pur nella consapevolezza degli sforzi fatti, ad oggi, vi sono però aspetti della legge che ancora non hanno avuto piena attuazione”, avverte Albano. Ad esempio, non è stato ancora adottato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che definisce la procedura per il primo colloquio con il “minore” da parte del personale della struttura di prima accoglienza. Per l’Agia, va approvato anche un protocollo multidisciplinare, unitario per tutta Italia, per accertare l’età dei non accompagnati. E va creato un format unico e condiviso per la “cartella sociale” degli Msna, contenente le informazioni fondamentali e la tracciabilità della presa in carico.
“È poi necessario garantire il rispetto dei 30 giorni previsti dalla legge come termine massimo di permanenza nelle strutture di prima accoglienza”, aggiunge la garante. Altro problema è la maggiore età che presto raggiungono i minori stranieri non accompagnati: oltre l’80% ha tra i 16 e i 17 anni. “Nel poco tempo disponibile – osserva Albano – non riescono a completare il percorso verso l’autonomia e a integrarsi. Bisogna allora garantire loro un prolungamento del supporto attivando il cosiddetto ‘prosieguo amministrativo’ previsto dalla legge 47. Serve informare i soggetti deputati ad attivare questa procedura e prevedere risorse finanziarie per gli enti competenti. Nella stessa ottica vanno finanziati percorsi di autonomia e sostenute le iniziative per promuoverne l’integrazione sociale e lavorativa”.