Libano: mons. Rahmé (Baalbeck), “oggi è meglio di ieri. I nuovi deputati affrontino la corruzione dilagante”

foto SIR/Marco Calvarese

“Credo che oggi sia meglio di ieri. Spero che i nuovi deputati che andranno in Parlamento sappiano affrontare con decisione i problemi del nostro Paese, primo fra tutti la corruzione dilagante”. Nell’attesa di conoscere i risultati definitivi del voto di ieri in Libano, a parlare al Sir è mons. Hanna Rahmé, arcivescovo della diocesi maronita di Baalbeck-Deir el-Ahmar. I risultati dello spoglio, ancora provvisori, parlano di una affermazione del movimento sciita Hezbollah e dei suoi alleati, anche se, rimarca l’arcivescovo, nel collegio di Baalbeck, da sempre roccaforte di Hezbollah, “il Partito di Dio ha perso due deputati. Qui, per esempio, i cristiani sembrano aver scelto i loro deputati”. “Sarà un cammino lento ma progressivo quello che attende il nuovo Parlamento – aggiunge il presule maronita -: il Libano è composto da diverse confessioni e tanti partiti, ognuno dei quali guarda ai suoi interessi ma ora bisogna cercare di guardare al bene di tutto il Paese”. “La Chiesa è pronta a fare la sua parte per il Paese”, sottolinea mons. Rahmé che, come presidente della Commissione episcopale per le scuole cattoliche del Paese, esprime l’auspicio che “con il nuovo Parlamento si possa trovare un punto di incontro per ciò che riguarda la sostenibilità finanziaria dell’intera realtà delle scuole libanesi”, messa alla prova dopo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni governative sulla “griglia salariale”, già in atto per i docenti delle scuole statali, che di fatto stabiliscono l’aumento di salario degli insegnanti. A riguardo il patriarca maronita, card. Boutros Bechara Rai, in più occasioni aveva dichiarato che le scuole cattoliche non sono contro l’aumento di salario degli insegnanti, ma questo non deve provocare l’incremento delle tasse e delle rette scolastiche pagate dalle famiglie. Di panorama politico “frammentato” parla padre Rouphael Zgheib, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie libanesi, che a Fides prevede la formazione di coalizioni per assicurare il governo del Paese. “In questo scenario frantumato – fa notare il direttore – tutti hanno bisogno di tutti e nessuno può governare da solo. Quindi tutto sembra spingere a una conferma della situazione di equilibrio e a perpetuare il compromesso politico tra le maggiori forze politiche che ha portato all’elezione del presidente Michel Aoun. L’elemento più allarmante – aggiunge padre Zgheib – è la forte diminuzione dei votanti, che a livello nazionale non hanno raggiunto la soglia del 50 per cento (49,2% ndr.) degli aventi diritto al voto, a confermare anche la diffusa diffidenza verso i politici, considerati spesso come tutti corrotti”.

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