
A Torino, in dieci anni, la disoccupazione giovanile è passata dal 18,3 al 35,9%, in Piemonte dal 14,5 al 36%. È uno dei dati più impressionanti emersi dall’indagine “Povertà e disagio. Tra i giovani senza lavoro: un’analisi della situazione torinese e piemontese” che oggi è stata illustrata dalla diocesi di Torino alla presenza dell’arcivescovo Cesare Nosiglia. “Un impatto di questa portata – ha spiegato Mauro Zangola che ha curato la ricerca per conto della diocesi subalpina –, mitigato dal miglioramento del quadro economico, ha prodotto conseguenze rilevanti non solo sul vissuto economico ma anche e soprattutto su quello sociale”. Zangola ha poi spiegato che “più dei tassi di disoccupazione giovanile, di per sé allarmanti, è molto più utile conoscere il numero dei giovani coinvolti perché dietro ad ognuno di essi si nascondono situazioni personali e familiari degne della massima attenzione”. L’indagine ha quindi evidenziato uno spaccato del “Pianeta giovani” in provincia di Torino da cui emerge l’elevato numero di giovani tra i 15 e i 29 anni accomunati quanto meno dalla difficoltà di realizzare “un normale progetto di vita”. Zangola ha quindi confrontato la situazione di Torino e del Piemonte con quella di altre aree italiane. “In Piemonte – ha spiegato – il tasso di disoccupazione è 3 punti superiore a quello della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna; quello giovanile è superiore di circa un terzo a quelli delle stesse aree. A Torino i divari nei tassi sono in alcuni casi più consistenti a riprova delle maggiori difficoltà che incontra l’area torinese ad offrire occasioni di lavoro alle nuove generazioni”.
“Il quadro che emerge è sconfortante”, ha sottolineato ancora Zangola aggiungendo: “La mancanza di lavoro e la sua crescente precarietà contribuiscono a far crescere la povertà e l’esclusione sociale anche al Nord. A differenza del passato, sono i giovani e i giovanissimi a vivere le situazioni più critiche”.