Passo in avanti nel cammino dei lavoratori Embraco-Whirlpool per evitare di rimanere senza lavoro alla fine dell’anno. Oggi pomeriggio, infatti si è svolto a Torino un incontro fra i rappresentanti sindacali e l’azienda per verificare quanto è stato fatto per la reindustrializzazione dell’area di Riva di Chieri (Torino) dov’è situato lo stabilimento che Whirlpool ha deciso di chiudere, spostando la produzione in Slovacchia e mettendo a rischio l’occupazione di quasi 500 dipendenti. Per evitare il peggio, lo scorso 27 marzo, sindacati, azienda e Governo avevano sottoscritto un accordo per il “congelamento” di tutti i licenziamenti e per l’avvio della ricerca di nuove imprese disposte ad investire nell’area. Oggi l’azienda ha informato le organizzazioni sindacali che in questa fase sono ancora in corso i processi di indagine propedeutici “all’insediamento di nuovi soggetti nello stabilimento di Riva di Chieri”.
Ma si stanno delineando due ipotesi concrete. Prima di tutto quello di un’azienda italiana che opera nel settore del bianco, che sarebbe in grado di ricollocare però circa 40 lavoratori; poi quello di una cordata di imprenditori stranieri e italiani (in particolare italo-israeliano-cinese) che, nell’arco di 18-24 mesi, potrebbe rioccupare circa 350 addetti e che lavora nel settore dei depuratori e dei robot per la pulizia dei pannelli solari. “Considerando le circa 60 uscite volontarie già avvenute e quelle che potranno aggiungersi nei prossimi mesi in base al piano di incentivi – hanno spiegato in una nota Uilm e Fiom –, i due progetti potrebbero avere il potenziale per ricollocare tutti i lavoratori attualmente in forza al sito torinese”. Per questo “dalla prossima settimana in azienda inizieranno incontri con gruppi di lavoratori per prepararli al cambiamento che si prospetta nei prossimi mesi”. Altri dettagli saranno probabilmente resi noti a metà maggio in un altro incontro convocato dal Ministero per lo sviluppo economico.