Alfie Evans: card. Parolin, “incomprensibile il rifiuto di permettere che fosse portato in Italia”

“Da parte del Papa e della Santa Sede si è cercato di fare tutto ciò che era possibile per aiutare la famiglia e assicurare al bambino un accompagnamento nel decorso della sua malattia, nonostante la prognosi infausta”. Lo ha detto il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervistato dal vaticanista de La Stampa, Andrea Tornielli, nella cattedrale di Chioggia, in apertura di un ciclo di incontri organizzato dal “Fondaco”. L’intervista è pubblicata sull’ultimo numero del settimanale diocesano di Chioggia, “Nuova Scintilla”. Parlando della vicenda del bimbo affetto da una rara malattia neurodegenerativa, morto il 28 aprile scorso, in seguito alla cessazione delle cure vitali, il porporato ha ammesso come gli abbia causato “tristezza”. “Di fronte a una disponibilità manifestata apertamente, molte volte e con grande impegno di mezzi – i medici del nostro ospedale Bambino Gesù sono andati per tre volte a Liverpool – c’è stato il rifiuto di permettere che Alfie fosse portato in Italia. È incomprensibile. È stato il punto che mi ha più colpito, scosso. Non riesco a capirne la ragione. O forse c’è, ed è una logica terribile”. Il cardinale ha poi invitato a “riflettere pacatamente”, perché “questi casi si ripresenteranno”. E bisogna farlo “tutti insieme”, “a partire da punti di vista diversi”. “Però, anche con il contributo dei credenti, dovremmo cercare di dare una risposta veramente umana a queste situazioni, fondata sull’amore alla persona, sul rispetto della sua dignità e della sua irripetibilità”. “Speriamo – ha concluso – che sia possibile farlo e che non si chiuda l’argomento senza pensarci più, pronti ad azzuffarci di nuovo al prossimo caso”.

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