Strage di Capaci: mons. Pennisi (Monreale) su “In Terris”, “responsabili dicano la verità e si convertano”

A distanza di ventisei anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, “nelle quali morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo,Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Paolo Borsellino, Antonio Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Caludio Traina, mentre l’opinione pubblica si attende che la magistratura faccia finalmente luce sui depistaggi e sulle complicità, noi vescovi continuiamo ad invitare i responsabili a qualunque livello dei delitti di mafia ad avere il coraggio di dire la verità e di accogliere l’invito ad una conversione effettiva vissuta secondo le regole penitenziali della Chiesa”. Lo scrive mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, nell’editoriale del giornale online In Terris, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci. Nel richiamare la lettera “Convertitevi”, pubblicata il 9 maggio scorso da tutti i vescovi delle Chiese di Sicilia, Pennisi ricorda le vittime della mafia, i loro familiari, e ribadisce l’incompatibilità fra Vangelo e mafia. “Di un interessante tentativo di dialogare con i mafiosi – prosegue l’arcivescovo –, si è resa protagonista Fiammetta Borsellino, come riportato in una lettera pubblicata sabato 19 maggio su ‘la Repubblica’. Incontrando i fratelli Graviano ha manifestato loro ‘l’idea che può vivere e morire con dignità[…]anche chi pur avendo fatto del male è capace di riconoscere il grave male che ha inflitto alle famiglie e alla società, di chiedere perdono e di riparare il danno’, dando un contributo concreto ed onesto per la ricerca della verità”. Di qui il rinnovato appello del presule alla conversione.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy