Politica: card. Bassetti, “chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto”. “Portare alta la divisa evangelica pure in politica”

“Tra pochi mesi celebreremo il centenario dell’appello ai Liberi e Forti, lanciato da un gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo. Fu l’inizio di una storia, quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltà, di intelligenza”. Lo ha ricordato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’introduzione all’Assemblea dei vescovi italiani aperta ieri dal Papa in Vaticano. “Abbiamo vissuto momenti gloriosi e momenti dolorosi, sperimentato la forza ma anche la debolezza, la meschineria, il tradimento, la diaspora”, ha proseguito il cardinale ripercorrendo idealmente le tappe della nostra storia politica: “Vecchi partiti si sono sgretolati, nuovi soggetti sono venuti sulla scena, ma nessuno può negare che nelle migliaia di Comuni italiani ci sono persone che senza alcuna visibilità e senza guadagno reggono le sorti della nostra fragile democrazia”. “Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto”, la proposta del presidente della Cei: “Dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed è davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dell’educazione”. “Quello che ha sempre guidato i cattolici italiani – ha affermato Bassetti citando il beato Giuseppe Toniolo – è stato un grande bisogno di distinguersi e di portare alta la divisa evangelica pure in politica. La storia della Chiesa italiana è stata una storia importante anche per la particolare sensibilità per l’aspetto politico ell’evangelizzazione: nessuna Conferenza episcopale come la nostra possiede un tesoro così ricco di documenti e di testimonianze”.

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