Una lettera aperta a Matteo Salvini e Luigi Di Maio per chiedere presto una Legge sulla responsabilità sociale delle imprese. L’hanno scritta e firmata tutti i lavoratori della Embraco-Whirlpool di Riva di Chieri (Torino), l’azienda che ha deciso qualche mese fa di chiudere lo stabilimento, spostare tutta la produzione in Slovacchia e licenziare quasi 500 lavoratori.
Dopo aver appena avviato un lungo cammino di reindustrializzazione – che porterà nell’area di Chieri tre nuove realtà industriali –, i lavoratori hanno pensato di prendere carta e penna e di scrivere a chi sta lavorando per il nuovo Governo.
“Ci avete conosciuto, ci siamo incontrati, ci avete sostenuto nei momenti più difficili e di questo ve ne siamo grati”, spiegano i dipendenti di Embraco che subito dopo aggiungono: “Noi vorremmo che non si ripetessero più casi come il nostro: dive una azienda multinazionale, dopo aver preso tutto quello che c’era da prendere sul territorio, decide di andarsene e licenziare tutte le lavoratrici e i lavoratori lasciandoli in una situazione sociale ed umana drammatica”. I firmatari spiegano quindi come siano riusciti “a far assumere alla multinazionale proprietaria, la Whirlpool, la responsabilità di predisporre, agevolare e condividere un piano sociale per le reindustrializzazione e ricollocazione di tutte e tutti noi”.
Il punto, per i dipendenti di Embraco, sta però nel fatto che “questo dovrebbe avvenire sempre”. La lettera ricorda quindi come in altri Paesi dell’Ue esistano già norme in materia e come ogni azienda che decide di trasferirsi debba “prima presentare un piano sociale per la reindustrializzazione e ricollocazione”. Se così non avviene, la stessa azienda è chiamata “a rispondere di tutti i costi e gli oneri sociali ed economici derivanti”.
Da qui la richiesta ai leader di Lega e Movimento 5 Stelle di una legge sulla responsabilità sociale delle imprese da mettere in cantiere anche in Italia “in questo momento così importante e gravoso, dove, come forze politiche, vi impegnate a governare”.
La lettera aperta di una ventina di righe si conclude con le firme di tutti i lavoratori presenti in assemblea nello stabilimento Embraco.