(Pesaro) Tra gli ospiti presenti a Pesaro in occasione della 41ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito, accompagnata dalla giornalista Ilenia Petracalvina, c’è anche la campionessa di tennis Mara Santangelo. Classe 1981, originaria di Latina, la sportiva ha vinto in carriera 9 tornei in singolare e 23 tornei in doppio, specialità nella quale si è aggiudicata il Roland Garros nel 2007. Ritiratasi dalle gare nel 2011, oltre a ricoprire altri incarichi in ambito sportivo, oggi Santangelo è team manager della squadra di Fed Cup. Al Sir racconta la propria testimonianza di fede, sperimentata nel tempo attraverso non pochi segni. Spronata fin da piccola ad allenarsi con la racchetta, infatti, la giovane tennista, ispirata dal modello di Martina Navratilova a soli nove anni promette a sua madre, devota della Madonna, un sogno: diventare campionessa e calcare il campo di Wimbledon. Contro tutto e tutti. Iniziano i sacrifici degli allenamenti, la corsa alla fama, la scalata alle vette del successo: per Mara, autrice tra l’altro del libro “Te lo prometto”, sono gli anni della gloria, ma anche del buio interiore. “Persi mia mamma a causa di un incidente, era il 1997, avevo solo sedici anni e solo per una ‘Dio-incidenza’ io non salii sulla stessa auto in cui lei morì”. Un dolore sordo, nell’anima, a cui si aggiunge quello fisico, dovuto ad un problema al piede, che i medici le diagnosticano senza sconti: “Il luminare che mi seguiva – spiega – mi avvisò che avrei gareggiato con dei limiti oggettivi”. Nel pieno dell’adolescenza, dunque, la sportiva pur proveniendo da una famiglia di estrazione cattolica avverte “quell’incazzatura con Dio”, generata nella “solitudine, nella sofferenza”. Nonostante “le prime pagine conquistate sui giornali con le prime vittorie e una ricchezza soltanto apparente, macinando una frenesia della conquista, il cuore “è arido, vuoto, insoddisfatto”. Quella promessa si avvererà nel 2005, quando agli Australian Open sul tabellone come sfidante esce il nome proprio del suo mito, la Navratilova. Un “segno” importante, che la spinge ad interrogarsi, a cambiare stile di vita e a non interrompere la ricerca di una pace interiore che stenta a manifestarsi.
Decisivo anche per lei l’incontro con il Rns e un pellegrinaggio a Medjugorje: “In quel viaggio ho visto la luce, una lampadina che si è accesa e che, per mezzo della preghiera, mi ha permesso di capire che era ora di cambiare strada”. Oggi Mara è un esempio per molti giovani sportivi che la ammirano. Da parte sua, la gratitudine è ispirata da una “equazione” naturale verso questa responsabilità. “Nella mia esistenza – confida – sono stata fortunata e so di aver ricevuto tanto, perciò non posso che sentirmi chiamata a restituire i doni che Dio mi ha fatto. I ragazzi di adesso si celano dietro i social network, ma il mio consiglio è: piuttosto, non smettete mai di cercare persone autentiche in cui trovare delle guide sicure per il vostro cammino”.