
“La vita democratica, dopo il cupo ventennio fascista, ha le sue radici nella lotta di liberazione. E la nostra Costituzione, sigillo di libertà e democrazia, come scrisse Costantino Mortati nel 1955, nel decennale della Liberazione, ‘si collega al grande moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza’”. Lo ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Casoli (Ch) in occasione del 73° anniversario della Liberazione dopo la cerimonia all’Altare della Patria e la deposizione di una corona d’alloro al Sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna. Dopo l’8 settembre 1943, “l’occupazione nazista – spalleggiata dai fascisti di Salò, con i suoi metodi barbari e disumani, con le rappresaglie, le torture, le deportazioni, la caccia agli ebrei, le stragi di civili – aprì definitivamente gli occhi della popolazione sulla natura oppressiva e violenta del fascismo”, ha ricordato Mattarella, evidenziando che “non era, quella fascista, la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani”. “La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà e fratellanza”. “La Resistenza fu un movimento corale, ampio e variegato, difficile da racchiudere in categorie o giudizi troppo sintetici o ristretti”, ha osservato il Capo dello Stato. Sottolineando il “contributo fondamentale che alla Resistenza diedero le forze armate italiane”, Mattarella ha però rilevato che “il movimento della Resistenza non avrebbe potuto assumere l’importanza che ha avuto nella storia d’Italia senza il sostegno morale e materiale della popolazione civile”. “La nascita del movimento della Resistenza, che mosse i primi passi in Abruzzo, segna il vero spartiacque della nostra storia nazionale verso la libertà”, ha aggiunto il presidente, perché “chiuse la fase della dittatura e portò l’Italia all’approdo della libertà, della democrazia e della Costituzione”.