
“I dati di bilancio sono confortanti nella fascia d’età 0-6, a pochi mesi dalla obbligatorietà. Ci aspettiamo un incremento migliore nel 2018”.
A dirlo è stata Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, in occasione della conferenza di presentazione dei dati di copertura vaccinale al 31 dicembre 2017. “Purtroppo – ha proseguito – restano le regioni adriatiche ancora con una forte resistenza e una copertura non sufficiente, soprattutto del morbillo”. “L’arma principale è la vaccinazione – ha aggiunto -, la differenza dei sistemi sanitari nelle varie regioni ha provocato problemi di gestione. C’è la necessità di una offerta per gli adulti. Fare un lavoro di prevenzione, a prescindere dalla obbligatorietà della legge. Così come è importante la vaccinazione in gravidanza. Oggi è la giornata mondiale contro la meningite, una malattia che non è scomparsa, contro la quale l’unica arma è la vaccinazione. È incredibile che nel 2018 dobbiamo parlare di cultura vaccinale ma è così. L’obiettivo è raggiungere il 95% di copertura ma dobbiamo aumentarla in tutte le fasce d’età, altrimenti la popolazione resta a rischio. La vaccinazione è soprattutto rivolta ai pazienti fragili come gli anziani, quindi non abbassiamo la guardia”. Riguardo al nuovo governo che si formerà, il ministro si è detto ottimista. “Voglio pensare – ha detto – che l’obbligo non verrà eliminato. Spero che le due grandi lezioni scientifiche di questi cinque anni, il caso stamina e i vaccini, siano un monito per tutti perchè abbiamo bisogno di una alleanza fra la politica e la scienza. I decisori politici devono essere in grado di ascoltare la scienza e assumersi delle responsabilità, anche se ciò non sempre va incontro al consenso. Solo che, se non c’è la salute pubblica, ci sono i morti. Sono però fiduciosa. Spero che questi dati aiutino chi verrà dopo”. Sulle regioni che ancora arrancano nella copertura vaccinale ha aggiunto: “I dati non servono a puntare l’indice. Faccio i complimenti al Lazio che è riuscito a superare i disagi, come i molti bambini non vaccinati. Se il Lazio non avesse fatto un buon recupero, forse si sarebbe trovato nella situazione della Sicilia”. In conclusione, il ministro ha affermato che un punto della legge, l’istituzione della anagrafe nazionale dei vaccini, verrà attuato: “Per noi è fondamentale. È il cuore della norma e permetterà di fare analisi tempestive sui dati. Per la vaccinazione dei sanitari non siamo riusciti a fare una legge, ma alcune regioni come l’Emilia Romagna hanno introdotto l’obbligo”.