
“Sono convinto che anche la consistenza numerica delle vocazioni sia legata alla conversione pastorale, perché quello che il Papa ci chiede e di cui abbiamo bisogno come Chiesa è un cambiamento di mente e di cuore”. Lo afferma l’arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, in un’intervista rilasciata al settimanale delle diocesi umbre “La Voce” (in distribuzione da oggi), a proposito della Giornata di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 22 aprile. “Nel presentare la chiamata al sacerdozio e alla vita consacrata – sostiene il porporato – dobbiamo stare attenti a non sottolineare le necessità della Chiesa e della comunità cristiana, perché nessuno sarà mai disposto a sacrificare la propria vita alla Chiesa o altra realtà solo per un ‘bisogno’”. Secondo il presidente della Cei, piuttosto “quello che è in grado di smuovere i giovani è un innamoramento”. Per rilanciare le vocazioni “occorre anche tornare a scommettere sulla famiglia”. “Oggi sappiamo benissimo che sarebbe difficile far riferimento a ogni vocazione al sacerdozio o chiamata di speciale consacrazione prescindendo dalla vocazione alla famiglia”. Che, però, è in crisi. “Sta dinanzi agli occhi di tutti quanto la crisi della famiglia, cominciando dalla denatalità e da tanti altri problemi connessi, influisca direttamente sulle vocazioni al sacerdozio”. Infine, il card. Bassetti indica “tre aspetti su cui occorre, come Chiesa italiana, focalizzare la nostra attenzione: conversione pastorale, rimettere al centro la famiglia, accompagnare e seguire gli adolescenti non in maniera generica ma negli aspetti specifici della loro esistenza”.