Usa: gli studenti di 2.500 scuole contro la mancata riforma della legge sulle armi

(da New York) Nell’anniversario della strage di Colombine, avvenuta il 20 aprile del 1999, gli studenti di 2.500 scuole degli Stati Uniti stanno uscendo dalle classi per protestare contro la mancata riforma della legge sulle armi. La National Student Walkout con 882 eventi di riflessione e di azione vuole spingere i leader politici a varare norme di tutela dalla violenza armata. “Le sparatorie di massa accadono troppo spesso in America, e siamo diventati insensibili alle notizie”, scrivono sul sito della manifestazione che raccoglie le iniziative di tutti gli istituti scolastici del Paese. “Dopo ogni sparatoria i media si occupano per una settimana della storia, i politici offrono i loro pensieri e le loro preghiere” ma nulla cambia mai. Ma dopo il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, “i giovani americani stanno prendendo in mano la situazione”, scrivono nei vari messaggi che mostrano il coinvolgimento e la partecipazione della propria scuola. Ad ideare l’iniziativa una giovane sedicenne del Connecticut, Lane Murdock, che ai microfoni della Cnn ha dichiarato la sua indifferenza dopo la strage di Parkland in Florida. “Quel non avere nessuna reazione è la causa di questa manifestazione perché ho capito che dovevo cambiare me stessa e avevamo bisogno di cambiare questo Paese. Come americani averemmo dovuto essere inorriditi, invece non lo eravamo più e questo è stato un segnale”. Lei, come tutti gli altri coinvolti nel walk-out dalla costa est a quella ovest degli Usa, non era neppure nata quando due studenti, il 20 aprile di 19 anni fa, aprirono il fuoco contro 12 compagni e un insegnante nella scuola di Colombine, a Littleton in Colorado, e conclusero il massacro con il suicidio. Quella prima sparatoria è per i ragazzi di oggi un simbolo e un monito all’immobilismo politico che, negli anni, ben poco ha fatto per impedire l’aumento di sparatorie soprattutto nelle scuole.

Nel programma di questa “uscita pacifica” dalle classi, ci sono marcie verso gli uffici legislativi della città, la proiezione del documentario di Michael Moore “Bowling a Columbine”, microfoni aperti per gli studenti dove scambiare idee e iniziative per mantenere alta l’attenzione sul problema, piccoli chioschi in cui iscriversi al voto “perché nelle elezioni di novembre faremo la differenza”, scrivono gli studenti per ricordare ai candidati che questo è un tema che deciderà anche della loro permanenza al Congresso. Anche l’attore Robert De Niro ha aderito alla manifestazione con una lettera in cui incoraggia questi giovani “a fare la storia e a scoprire il potere delle loro voci nella nostra democrazia”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy