
(Bruxelles) È attesa per lunedì 23 aprile la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea nella causa T-561/14, riguardante l’Iniziativa dei cittadini europei “One of us”. Secondo il Trattato Ue, i cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione e provenienti da almeno un quarto degli Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione, nell’ambito delle sue attribuzioni, a proporre al legislatore dell’Unione di adottare un atto giuridico ai fini dell’applicazione dei Trattati. Si tratta dell’Iniziativa dei cittadini europei. Per iniziare a raccogliere il numero di firme necessario, gli organizzatori dell’Iniziativa dei cittadini europei devono prima farla registrare presso la Commissione, che ne esamina in particolare oggetto e obiettivi. “Nel 2012, la Commissione – spiega una nota della Corte di Giustizia, che ha sede in Lussemburgo – ha registrato la proposta d’iniziativa Uno di noi”. L’obiettivo di tale iniziativa “è di porre fine al finanziamento, da parte dell’Unione, di attività che comportano la distruzione di embrioni umani (in particolare nel campo della ricerca, dell’aiuto allo sviluppo e della salute pubblica), ivi compreso il finanziamento diretto o indiretto dell’aborto”. L’iniziativa, come si ricorderà, aveva suscitato vasto interesse in Europa, raccogliendo ben oltre il milione di firme richiesto prima di essere ufficialmente presentata alla Commissione all’inizio del 2014. Il 28 maggio 2014, la stessa Commissione aveva infine comunicato di “non voler intraprendere alcuna azione a seguito di tale iniziativa”. Gli autori dell’iniziativa avevano quindi chiesto al Tribunale Ue di annullare tale comunicazione della Commissione. Lunedì è dunque attesa la sentenza in materia.