
Tra Belgrado e Zagabria si registrano nuovi momenti di tensione causati dall’atto di intolleranza del nazionalista serbo Vojislav Seselj che, giorni fa, ha calpestato la bandiera croata, appesa all’ingresso del Parlamento serbo in occasione della visita ufficiale del presidente dell’Assemblea nazionale croata Gordan Jandronkovic. Seselj era stato condannato il 12 aprile della Corte dell’Aia a dieci anni di carcere per crimini di guerra contro i croati, una pena già scontata tra il 2003 e il 2014 a Scheveningen. In seguito allo spiacevole episodio con la bandiera, il presidente del parlamento croato ha sospeso la visita facendo ritorno a Belgrado. L’atto è stato definito come “inappropriato per un’istituzione democratica” da parte della Commissione europea e condannato dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini in visita a Belgrado il 19 aprile. Il fuoco delle contese però è stato riacceso dalle parole del presidente serbo Alexander Vucic che, pur denunciando fermamente l’episodio, ha ricordato che anch’egli era stato attaccato durante la sua visita a Zagabria il 12 febbraio. Vucic inoltre ha espresso la sua disapprovazione verso “l’erezione di un monumento ad Alojzije Stepinac nella città di Zrin”. “Nel luogo dei più grandi crimini da parte degli ustascia, è assurdo che ci sia monumento al cardinale, condannato per delitti contro i serbi”, ha dichiarato.