“A Gesù non si risponde secondo i calcoli e le convenienze del momento, ma col ‘sì’ di tutta la vita. Egli non cerca le nostre riflessioni, ma la nostra conversione”. Lo ha spiegato il Papa, che nell’omelia della messa celebrata a Molfetta ha messo in guardia dal “disfattismo”, partendo dalle obiezioni alle parole di Gesù – “Come può costui darci da mangiare?” – attorno alle quali il Vangelo “riporta aspre discussioni”. “C’è un’aria di disfattismo in queste parole”, il commento di Francesco, secondo il quale “tante nostre parole assomigliano a queste: come può il Vangelo risolvere i problemi del mondo? A che serve fare del bene in mezzo a tanto male?”. “E così cadiamo nell’errore di quella gente, paralizzata dal discutere sulle parole di Gesù, anziché pronta ad accogliere il cambiamento di vita chiesto da Lui”, il monito del Papa: “Non capivano che la Parola di Gesù è per camminare nella vita, non per sedersi a parlare di ciò che va e non va”. “Don Tonino, proprio nel tempo di Pasqua, augurava di accogliere questa novità di vita, passando finalmente dalle parole ai fatti”, ha ricordato Francesco: “Perciò esortava accoratamente chi non aveva il coraggio di cambiare: ‘gli specialisti della perplessità. I contabili pedanti dei pro e dei contro. I calcolatori guardinghi fino allo spasimo prima di muoversi'”.